venerdì 17 giugno 2011

Ma che colpa abbiamo noi?

Lo ammetto, da giustizialista quale sono per natura  che diffida alla prima cosa fuori posto che si sente o si legge, anche io inizialmente ho pensato male dell’indipendentista Doddore Meloni. Succede quasi sempre, è un brutto vizio che a volte tutti abbiamo quello che ci porta a non ascoltare l’altra campana prima di giudicare o, ancor peggio,  di sentenziare. Ne ho parlato con amici, ho letto più articoli in cerca di altri particolari ma si torna sempre lì: a Doddore Meloni denunciato per  frode in commercio, evasione fiscale e  bancarotta fraudolenta. Denunciato appunto, non condannato.
Una breve premessa per precisare che non sono tra quegli indipendentisti che difendono le ragioni dell’indipendentismo e i personaggi dell'indipendentismo sempre e a prescindere dai fattori che abbiano determinato queste ragioni o da chi siano i personaggi, ma delle considerazioni che anche in questa vicenda tendano a limitare le assidue demonizzazioni dell’indipendentismo e degli indipendentisti è doveroso farle.

Ad esempio per quanto riguarda la frode in commercio, se questi signori si informassero un attimino, verrebbero a sapere che il tanto riempirsi la loro bocca ed attaccare una persona per questo motivo è talmente ingenuo quanto ignorante: credete, ad esempio, che un succo di frutta di qualità contenga veramente la percentuale di frutta ostentata sull’etichetta? O che le informazioni sui valori nutrizionali siano tutte esatte? Avessimo il potere ed i soldi per far esaminare un qualsiasi prodotto che acquistiamo in un qualsiasi supermercato, sono convinto che ne verrebbero fuori delle belle. Certo è che la frode in commercio resta sempre un reato grave che condanno assolutamente, soprattutto se associato al settore dell’alimentazione.

Per quanto riguarda la bancarotta fraudolenta , vi vedo così tanto indignati per quella che è una denuncia ad un commerciante che si dice sia arrivato ad avere 23 autisti, che si dice fossero anche pagati in nero (che scandalo in Italia o in Sardegna il lavoro nero, ma guarda un po’!) e state a guardare impassibili  con il fegato corroso quando l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi, CONDANNATO A 18 ANNI quindi già colpevole ha buttato sul lastrico migliaia di famiglie di azionisti anche sardi? Mi sembra che ci sia una disparità tra un grado di indignazione e l’altra e questo mi stupisce, visto e considerato che all’indignazione si accompagna spesso il qualunquismo. Ovviamente spero di non dover spiegare che  vista la citazione della vicenda Parmalat non voglio difendere nessuno.

E l’evasione fiscale? Condanno assolutamente anche quella, perché la prima considerazione che mi viene in mente è che se c’è così tanta pressione fiscale è soprattutto colpa degli evasori. Se una piccola impresa si ritrova a dover versare quando va bene il 43% di ciò che ricava, è anche colpa di chi non versa manco un centesimo in un contenitore che in qualsiasi modo deve essere riempito.
Siamo soggetti a questa fiscalità, le imprese sono socie in affari di uno Stato, quello italiano, che tra l’altro non le restituisce in servizi, come accade in ogni Stato quanto meno dignitoso, come accade in Germania dove mi dicono che siano quasi contenti di dover pagare le tasse o in Francia, dove per pagarle non devi fare i salti mortali come si fa in Italia e in Sardegna.

A Doddore Meloni chiederei solo una cosa: se non riconosce lo Stato e le istituzioni italiane tutte, se come ha dichiarato, questa è un’azione dimostrativa di disobbedienza civile ad uno Stato che opprime soprattutto le piccole e medie imprese, ad uno Stato che dovrebbe lasciarci liberi di autodeterminarci, perché non l’ha dichiarato prima della denuncia? L’ha fatto in qualche occasione?

Io non mi riconosco nella corrente indipendentista e nelle ragioni dell'indipendentismo di Doddore Meloni, ho un altro modo di vedere l’indipendentismo, ma se avesse dichiarato prima della denuncia la disobbedienza civile e se quei soldi fossero stati realmente evasi (per quelle che sono le leggi dello Stato italiano) ma conservati per la causa indipendentista, gli darei tutte le ragioni del mondo. Si, perché forse non lo sapete, ma lo Stato italiano deve alla Sardegna circa 10 miliardi di euro di tasse non ridistribuite, più volte contrattate da questa o da quella Giunta regionale ma di cui non abbiamo mai sentito nemmeno l’odore. Allora sì che sarebbe una bella azione. Un’azione che dovrebbero intraprendere tutti, soprattutto quelle persone, quei piccoli commercianti, il Popolo delle Partite Iva, i Pastori Sardi, tutti i sardi che pagano fior di quattrini allo Stato italiano. Bloccare le entrate dello Stato italiano dalla Sardegna finché non si arriva a recuperare quei 10 miliardi di euro. Ovviamente dovrebbero essere amministrati al meglio, cosa che comunque questa classe politica più italiana che sarda non saprebbe fare, vittima e complice degli ordini da Roma.

Un’altra cosa per chiudere, un altro appunto: badate bene, gli indipendentisti sono anch’essi persone che vivono, lavorano, gioiscono, si indignano spesso, sbagliano e pagano. Allora perché trovare ogni scusa buona per attaccare l’indipendentismo e gli indipendentisti? E’ così divertente? Ma come, siamo una sparuta minoranza da cui tra l’altro molte volte avete attinto in quanto a proposte, elaborazioni, battaglie e lotte, dite che non siamo nulla e che mai saremo nulla, perché vi accanite tanto ogni volta? Nemmeno puzziamo, mentre quelli di sinistra ho sentito dire da un ometto basso, coi tacchi e senza capelli che puzzano pure…MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?



2 commenti:

  1. ..un articolo ponderato e misurato, che dà idea di che stoffa sono gli indipendentisti sardi. Gente che lavora per la propria dignità e per la libertà disattesa, della nostra terra, ormai da troppo tempo.

    W la Sardegna libera e sovrana!!
    Sardinia libera e indipendenti!

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  2. deo cosa gai mai bida e prus s'indandat e prus toccat de nde legghere e inedere est prus forte de una curpa de nerone chin su populu romanu.....ma comente diamine unu si podet permittere de rajonare a supra e s'idipendenzia cando si iscriet in limba continentale,ma supra a custu unu si deppet birgonzare de rajonare a sos commentos de unu chi facchet bier comente est abberu su mundu e a pustis lu lodare cando incuminzat a piccare boche e benner ascurtau....custa deo la muto ispeculazione..... cando s'arrejonat de cosas serias comente custa, no b'intrat ne sa drestra ne sa e manca ma solu sardinia e sa conca chi at su sardu a mimme cussu chi preoccupat de prus est chi inoche no semus faveddande de libertade ma petzi mustrare s'esempiu pro dare isfogu a atteros partitos o movimentos indipendentistas chi a los biere parene arlechinos chin sas bestes de belludu e istringas fuxias, faveddande chissae cale limba e facchende bier chi s'un sardos proitte narar ajo e eja e a pustis cheren facchere indipendentismu ca nuscan fracu e dinare chin cadira.....chie cazzu est chi facchet comente cust'omine??? proitte inbezze de istare a narrer nudda no si tancat sas naves s'aereopurtu e no si facchet intrare prus nemos in sardigna comente facchen sos corsos????intantu sa sardigna beit bendia sempere de prus e no nche boccana a bellu a bellu sa terra dae culu.....e sicchimus a faccher movimentos inutiles saludos dae un indipendentista fertu!

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