martedì 20 dicembre 2011

Lettera a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
anche io ci tengo a scriverti la mia letterina.
Sin d’ora starai sbuffando per il troppo stress e già crederai di sapere quello che ti chiederò: un I-Phone 4S, una macchina nuova, un paio di jeans ed un maglione o un giubbotto nuovo oppure di farmi ricrescere i capelli. Invece no.
Vedi caro Babbo Natale, io sono disoccupato e come me tanti altri. Ma non è questa la novità: la novità è che a comandarci c’è chi sembra non occuparsi di questo. 


Chi ci comanda sembra privo di empatia, di lungimiranza, di sensibilità e sembra quindi che non sappia mettersi nei panni di chi bene non sta di certo e di chi guarda al proprio futuro senza molta speranza.
Prima a comandarci c’era una persona che credeva d’essere il padre di quel bambino che si dice che nasca lo stesso giorno in cui tu passi a portare i doni. Ma il padre di quel bambino si dice in giro che veda e provveda, che si accorga di chi sta male, che si accorga dei cambiamenti, da quelli climatici a quelli sociali. Invece questo signore qui non sembrava vedere oltre il proprio naso. Pensa, caro Babbo Natale, questo signore vedeva i ristoranti e gli aerei pieni e diceva che qui si vive bene. Lui sì vive bene, ma forse credeva che tutti come lui fossero nel regno dei cieli e di conseguenza credeva che tutti vivessero come lui. Si sbagliava di grosso, quindi credo proprio che non fosse il padre di quel bambino. Ed infatti l’hanno cambiato dopo molto tempo, anche se comunque è sempre molto presente nelle decisioni che riguardano tutti.
Ora al suo posto c’è un altro: pensa, caro Babbo Natale, che è stato accolto proprio come fu accolto quel bambino, come salvatore. Ma io mi chiedo ora: salvatore di chi?
Eh sì, perché questo signore sta salvando più che altro quelle cose che ci hanno messo in questa situazione. Mai sentito parlare delle banche, Babbo? Sì, proprio quelle. Noi tutti le aiutammo un po’ di anni fa. Per contro quelle cose oggi stanno distruggendo parecchie generazioni. Io propongo, se mi permetti, di riempirle di carbone perché hanno fatto da cattive!
Questo signore che c’è adesso pretende poi che chi ha lavorato una vita guadagnandosi una pensione ora si ritrovi costretto a lavorare altri anni, perché dice che altrimenti quelle cose continuerebbero a farci male.
E io allora mi chiedo: ma perché noi? Pensa, caro Babbo, che questo signore vuole che una persona che a malapena arriva a fine mese paghi quasi uguale a chi invece non ha problemi di soldi, se non quello di averne troppi. Tu da qui sei passato altre volte ma forse non sai che, complice anche quel signore che credeva d’essere il padre di quel bambino, adesso qui c’è il 10% della popolazione totale che detiene il 50% di tutta la ricchezza. Il restante 50% della ricchezza è diviso quindi nel restante 90% della popolazione. Mi sarei aspettato che questo signore arrivasse e, per salvare questo posto, pensasse come prima cosa ad una ridistribuzione della ricchezza, affinché i poverissimi diventassero almeno poveri e i poveri diventassero almeno mediamente poveri. E invece no, nulla, fino ad ora è rimasta solo una speranza.
E pensa, caro Babbo Natale, questi signori che ci comandano e che lavorano tanto male non vogliono nemmeno tagliarsi una piccola parte dei loro stipendi. Ma come si può? Io so, anche se non ne sono sicuro, che ci sono dei posti in cui si lavora un minimo di 8 ore al giorno, svolgendo lavori pesanti, dove questi lavoratori prendono forse un trentesimo di quello che prendono questi signori che ci comandano ed anche se lavorano bene, al meglio delle aspettative, rischiano comunque che il loro stipendio venga diminuito o rischiano addirittura il licenziamento. Un signore, anche se per motivi assolutamente diversi, tempo fa diceva “Ditemi voi se questo è un uomo..”
Queste persone hanno un sacco di agevolazioni e rimborsi che le persone come noi non hanno. Pensa, caro Babbo Natale, che se noi non riusciamo a pagare un bollettino perché altrimenti rischiamo di non dar da mangiare ai nostri figli, possiamo pure perdere la casa, che ad un certo punto ci viene pure sottratta con la forza, senza che nemmeno ad altri poveri come noi, che vorrebbero essere solidali, venga data la possibilità di difendere chi sta perdendo la casa per pochi spiccioli.
Ecco caro Babbo Natale, avrei altre cose da dirti, ma non sono egoista come questi signori e quindi non ti chiedo nemmeno di risolvere questi problemi. 


Però una cosa te la vorrei chiedere:

per questo Natale dona a tutte queste persone che stanno male, a tutte le persone che credono di non farcela più, che hanno perso il sorriso e la speranza la forza per non buttarsi giù, la forza di non chinare la testa e tanto meno di farlo per sempre, dona ancora a queste persone la forza di rialzarla quella testa e di voler sorridere ancora. Perché queste persone, caro Babbo Natale, se lo meritano.


Ti ringrazio anticipatamente.

Enrico