venerdì 7 ottobre 2011

Cari sardi, il fotovoltaico facciamocelo noi!

Il protocollo di Kyoto è un trattato con il quale i paesi industrializzati si sono impegnati a ridurre le emissioni di elementi inquinanti nell’atmosfera nella misura minima del 5% rispetto al 1990, per andare a combattere il riscaldamento globale. Risale al 1997, ma l’adesione dell’Italia (Sardegna compresa) risale al 16 febbraio del 2005. Con l’adesione, si impegnava a ridurre le emissioni in atmosfera non del 5% , bensì del 6,5%. Nel 2009, dopo quattro anni di adesione, le emissioni italiane sono aumentate del 9%, secondo Legambiente. L’Italia si trova oggi quindi pressata oltretutto dalla Comunità Europea, che fa pagare delle multe salatissime sulle quote suppletive di emissioni. Noi come popolo sardo abbiamo doppiamente contribuito ad evitare di alimentare queste multe, votando contro il nucleare prima col nostro referendum consultivo e poi con quello abrogativo italiano. Altra incapacità di questa classe politica, che avrebbe voluto puntare sull’atomo, ritardando di anni la riduzione delle emissioni e continuando a pagare multe, risorse che sarebbero poi mancate alla base, cioè al popolo tutto.

Per sopperire alla mancanza e per andare finalmente a ridurre queste emissioni, si sono trovati quasi obbligati ad incentivare le energie rinnovabili, quindi anche il fotovoltaico.
Vi è un organismo chiamato GSE (Gestione Servizi Energetici) che va appunto a PAGARE tutta l’energia prodotta da fotovoltaico, sia che venga utilizzata o meno. Per esempio: ho un impianto che  produce 4.000 kWh all’anno e li utilizzo tutti? Oltre il risparmio sulla bolletta ENEL ho anche l’incentivo del GSE sulla produzione di energia pulita, col quale magari pagare l’impianto che ho fatto installare sul mio tetto. Come, direte voi, lo Stato italiano ci regala dei soldi? In un certo senso sì, poiché all’Italia conviene più incentivare le produzioni che continuare a pagare le sanzioni per il mancato rispetto degli accordi.
Un fenomeno moderno risalente però ad antichi usi si sta verificando in Sardegna: lo scippo delle terre, il loro sfruttamento e la donazione di pochi bruscolini ai sardi. E, come si verifica sempre, la colpa è da attribuire ai grossi imprenditori che vorrebbero lucrare sulla pelle dei disperati, quanto dell’ignoranza e l’incuranza dei sardi.
A Decimoputzu, ad esempio, assistetti ad una riunione in cui si parlava di fotovoltaico. A quanto pare l’azienda (di cui non ricordo il nome ma che comunque non farei) chiedeva alle persone minimo due ettari di terreno (20.000 mq) con un fitto di 20.000 € l’anno, un euro a metro quadro. Seguitemi con un po’ di attenzione in questo ragionamento: ora considerate che un kWp occupa circa 7 o 8 mq a seconda dell’elemento, considerate che non tutti i 20.000 mq possono essere occupati, prendetene in considerazione 10.000 e fate un calcolo di quanti kWp ci starebbero. Prendendo in considerazione gli 8 mq a kWp fanno 1.250. Considerate che un kWp di fotovoltaico produce minimo 1.300 kWh l’anno e che un kWh con impianti di quelle dimensioni viene pagato a 0,23 €, secondo la tabella del Conto Energia (http://neostechnology.it/conto-energia-2011-2012/), prendendo in considerazione la tariffa di ottobre 2011. Sono 373.750,00 € . A questi dovete aggiungere il costo di cessione dell'energia prodotta, che viene pagata  dall'ENEL a 0,10 € per kWh (mentre la stessa ENEL al consumatore la fa pagare minimo 0,20). Considerando sempre il minimo di produzione, a conti fatti sono altri 162.500,00 €. Totale resa lorda annua minima: €  536.250,00. Quindi al proprietario terriero cosa danno? 20.000 €? Calcolate voi la percentuale. Ovviamente c’è da supportare il costo dell’impianto, costo che al proprietario terriero non sfiora affatto, a meno che non si prenda in considerazione la mancata produzione di quella terra, ma questa è una sua libera (?) scelta.
Tenendo conto della situazione in cui versa il settore agropastorale sardo, con gli agricoltori truffati dalla legge 44/88 che quasi non producono più e con gli allevatori quasi alla fame, mi sembra un ottimo modo di agire sulla disperazione l’affittare quelle terre. Non voglio parlare di nuovo invasore, non mi piace come termine. L’invasore diventa tale grazie anche a chi non combatte e gli permette di divenire tale.
Quindi cari sardi, visto che il sole ce l'abbiamo quasi 12 mesi l'anno, non mancate di lungimiranza come un tempo. Non cadete nella trappola di chi vi promette facili guadagni piccoli quando lui sta andando a guadagnare 25 volte tanto sulla vostra pelle e sui sacrifici di una vita, magari di generazioni. Guardate avanti con coraggio, non fatevi scippare le terre e andate voi a produrre energia ed economia. A chi vi promette miliardi per quella terra non rispondete che per quella non volete miliardi, bensì MILIONI.