giovedì 31 maggio 2012

L'imbarazzante trasformismo del Partito Democratico sulla smilitarizzazione

Oggi il Partito Democratico, per voce dei suoi membri nel Parlamento italiano, soprattutto del Senatore Giampiero Scanu, primo firmatario della mozione sostenuta da 120 parlamentari per chiedere la chiusura dei poligoni sardi,  vorrebbe ergersi a paladino della smilitarizzazione della Sardegna. 
Argomento che, tra le altre cose,  noi indipendentisti trattiamo da sempre. Fa piacere sapere che anche il Partito Democratico è capace di svegliarsi e trasformarsi a seconda del volere popolare. 

Infatti lo stesso Partito Democratico  il 26 settembre 2008 per firma dei suoi parlamentari sardi Paolo Fadda, Sirio Marroccu, Guido Melis, Amalia Schirru, Giulio Calvisi, Andrea Lulli e Caterina Pes presentò al Ministro della Difesa e dello Sviluppo Economico un'interrogazione che premeva per l'ampliamento del Poligono Interforze del Salto di Quirra.

Qui il testo dell’interrogazione di quel giorno:

Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-00372
presentata da
AMALIA SCHIRRU
lunedì 29 settembre 2008, seduta n.056

SCHIRRU, LULLI, MELIS, MARROCU, FADDA, PES e CALVISI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la notizia appresa sui quotidiani regionali sardi nei giorni scorsi, che le sperimentazioni sull'aereo senza pilota Sky X avrebbero lasciato l'Ogliastra e la Sardegna a favore della Puglia ha registrato notevoli preoccupazioni;

la realizzazione di una pista di volo a Monte Cardiga è la pregiudiziale, insieme all'autorizzazione di un corridoio di volo con Decimomannu, per la messa in rete dei quattro poligoni sperimentali della Sardegna. Una struttura unica in Italia, adatta per le sperimentazioni sia militari che civili di grande rilevanza, possibili grazie alla disponibilità di un territorio esteso per dodicimila ettari, più un ampio braccio di mare sulla costa orientale. Il «quadrilatero sardo» sarebbe l'unico in grado di contrastare le mire egemoniche del Metadistretto dell'Aerospazio recentemente costituito da Alenia-Finmeccanica con le Regioni di Piemonte, Campania e Puglia, le Università e 300 imprese locali. Alla realizzazione della pista di volo a Monte Cardiga è collegato anche il progetto di un Centro per la sperimentazione ambientale di rilevanza europea. La nascita del Polo Aerospaziale rappresenta, quindi, per alcuni territori sardi, l'unica possibilità di un futuro industriale;

il Ministero della difesa ha ribadito il via libera alla nuova pista di volo del Poligono. Ma le sperimentazioni sui velivoli Sky e Neuron dipendono dall'accordo fra vertici militari e Finmeccanica;

la realizzazione dell'opera, fondamentale per le sperimentazioni aerospaziali, sia militari che civili, è appunto legata all'esito delle trattative in corso con Finmeccanica riguardo alla ripartizione dei costi e delle modalità di utilizzo della pista sperimentale da parte di entrambi i contraenti;
le modalità dell'accordo prefigurerebbero, su scala ridotta, le caratteristiche di quella new company tra soggetto pubblico e industrie private auspicata dalla Nato per il potenziamento del Poligono;

anche la sperimentazione sui due prototipi di aereo senza pilota (Sky X e Neuron), che vede in primo piano il gruppo italiano Alenia-Finmeccanica, è frutto di una collaborazione europea. Solo che l'Italia investe appena il 4 per cento nel settore della ricerca aerospaziale, a fronte del 13 per cento della Francia e all'11 per cento di Germania e Gran Bretagna. Per colmare questo divario è stato costituito recentemente il Metadistretto italiano dell'Aerospazio tra le Regioni Piemonte, Puglia e Calabria;

la Sardegna è stata tagliata fuori, nonostante rappresenti con il Poligono del Salto di Quirra (da collegare all'aeroporto militare di Decimo tramite un corridoio aereo) il quarto vertice naturale del sistema, indispensabile per chiudere il quadrilatero delle sperimentazioni più impegnative made in Italy. Salvo ricorrere a costose trasferte presso i poligoni del Nord Europa. Sindacato, forze politiche e amministratori dell'Ogliastra sono ora impegnati per recuperare al territorio un ruolo adeguato in un contesto di tecnologia avanzata del valore prossimo ai 5 miliardi di euro;

per quanto riguarda la realizzazione della pista di volo a Monte Cardiga, si sta lavorando ad una bozza d'accordo con Finmeccanica che prevede a carico del Poligono l'esecuzione dei lavori di movimento terra affidato a uomini e mezzi del Genio Militare. Il Ministero della difesa ha ribadito per due volte quest'anno l'importanza primaria della striscia tattica polifunzionale a Monte Cardiga, respingendo le motivazioni del parere negativo pronunciato dal Comitato Paritetico. Il 24 aprile Arturo Parisi, Ministro della difesa del Governo Prodi, aveva dato il primo via libera alla realizzazione della pista. La decisione è stata ribadita il 25 luglio dal successore Ignazio La Russa con l'avvento del Governo Berlusconi -:

per saper se le notizie sopra riportate siano fondate e per conoscere la posizione del governo in ordine all'opportunità che il progetto possa comprendere anche la Regione Sardegna.(5-00372)




De Deximeputzu, Regioni de Casteddu, Sardigna  

Restiamo sardi

sabato 19 maggio 2012

Qui o si fa l’indipendentismo o si muore!

Ebbene sì, le elezioni regionali sono oramai alle porte. Saranno al più tardi tra due anni, appunto per questo sono alle porte. E lo dimostrano gli ultimi fatti come i referendum che hanno chiamato “anti-casta”, come la mozione in Consiglio di un po’ di tempo fa con la quale ci si chiedeva se a noi sardi conviene la permanenza nello Stato italiano e lo dimostra la messa in mora dello stesso Stato da parte del Governatore che non governa, il Ragionier Cappellazzi Ugo.


Quando sento dire da persone che reputo intelligenti che “l’unico che adesso sta facendo qualcosa, che adesso sta parlando per abolire i costi della politica è Cappellacci”, mi si rizzano tutti i peli. Pensare che ci sia ancora chi crede in personaggi del genere che nell’arco di tre anni non hanno fatto altro che peggiorare le cose mi infastidisce proprio.

Per questo mi piace sottolineare che questa gente qui, tutta questa gente, da destra a sinistra passando per il centro, da su a giù, vuole rifarsi una verginità e cerca di ricostruire la propria credibilità politica. Una credibilità che verrebbe abbattuta totalmente se solo si riflettesse sulla storia sarda degli ultimi sessant’anni, senza andare troppo lontano.

Non è un caso che tutti stiano ora cavalcando il nuovo “vento sovranista”, in cui ci sono cose che gli indipendentisti dicono da almeno 30 anni, dalle servitù militari alla vertenza entrate, dal fallimentare piano di rinascita sino ad arrivare ai giorni nostri, al braccio armato dello Stato, Equitalia. Sentir parlare di “Nazione Sarda”, di “Popolo Sardo”, di rispetto dei diritti dei sardi e di altre cose del genere va ad offendere l’intelligenza di qualsiasi individuo si renda conto dei disastri combinati da questa gente. Per dirne una: gli indipendentisti nel 2004 chiesero conto all’allora Governatore Renato Soru  (anche detto “l’eroe sardo”) dell’ammanco di  10 miliardi di tributi nelle casse della Regione Sardegna. Soldi dei nostri tributi che sarebbero dovuti tornare dallo Stato italiano, secondo l’art. 8 del nostro Statuto (legge del medesimo Stato). Bene, l’eroe nazionale Renatino nostro si prende in carico questo fatto qui, va dall’allora Governo “amico” Prodi e BARATTA i nostri soldi ottenendone la metà. Bene, bravo, ha BARATTATO metà dei nostri soldi ma almeno ha ottenuto qualcosa. Ha addirittura riscritto l’art. 8 che ci attribuisce ancora maggiori “rimborsi” dei nostri tributi. Peccato che lo stesso accordo prevedeva che noi ci accollassimo anche le spese di Sanità e Trasporti, tra le spese più alte in Sardegna. E peccato che quell’accordo sia stato disatteso dallo Stato italiano e che quei soldi, già messi a bilancio, siano venuti a mancare ancora. Doppia beffa, quindi. Non solo non ci restituiscono i soldi, ma abbiamo anche spese in più. Nel frattempo cambia il Governatore e subentra il Ragionier Cappellazzi Ugo che in qualche modo doveva riempire quell’ammanco di bilancio. Ma lui essendo un commercialista escogita la genialata: ricorre ai mutui! Mica scemo, eh? Quindi tripla beffa: soldi che non ci restituiscono, spese in più attribuiteci e il pagamento degli interessi su quei mutui! Chiusa parentesi.

I risultati non definitivi dello studio condotto dalle Università di Cagliari e di Edimburgo ci dicono chiaramente che il 40% dei sardi vorrebbe la Sardegna indipendente  e che un altro 48% vorrebbe maggior sovranità della Sardegna (http://www.facebook.com/photo.php?fbid=387097274669113&set=a.353111471401027.84083.100001065325934&type=3&theater).  Ed è uno studio fatto tramite un questionario compilato da più di 6.000 persone, quindi mi sa proprio che è attendibile.

Ci sono dei movimenti  indipendentisti che oggi cercano le alleanze del domani. Io vorrei proporre solo una cosa, come dico da tempo: iniziamo ad incontrarci, a sederci assieme, a discutere. Portiamo avanti la Carta di Convergenza indipendentista che ha già dietro il lavoro di un anno, prendiamola come punto di inizio per la costruzione di una Domu Soberanista in cui trovino accoglienza tutti quei sardi che hanno bisogno di vedere la loro terra più sovrana, più responsabile, che possa gioire dei propri successi e riflettere sulle proprie sconfitte.  Apriamo anche ai movimenti fortemente sovranisti, non facciamo l’errore di sempre, quello di pensare che solo noi siamo i salvatori della Sardegna e solo noi vogliamo il bene della Sardegna. E ricordiamoci anche un'altra cosa, che sorprendendo tutti (me compreso) il movimento promotore del referendum sull’indipendenza ha raccolto più di 27.000 firme. 27.000 sardi che hanno firmato per essere indipendenti domani.
Sediamoci tutti insieme ad un tavolo, apriamo all’associazionismo, al popolo, a tutti quelli che vogliano veramente fare qualcosa per una Sardegna sovrana. Scriviamo queste basi ed organizziamo feste, incontri, dibattiti, proiezioni di documentari, quello che volete. L’importante è cogliere ogni occasione buona per sensibilizzare la gente su quanto sia importante prima di tutto una Sardegna più sovrana. Senza voler forzare nessuno, senza pensare che se qualcuno non è d’accordo è solo perché non capisce nulla o non è abbastanza sardo, rispettando naturalmente il sentimento di chi si sente italiano. Perché io, a dispetto di tutto, sui sardi sono fiducioso. E credo proprio che l’appetito di indipendenza gli verrà mangiando sovranità. Volete vedere che saremo noi allora a dire NO ai partiti italiani a cui sentir parlare della sovranità della Sardegna provoca lo stesso effetto di un'irritazione cutanea?

Muoviamoci, che al più tardi le elezioni saranno tra due anni e i sardi non hanno voglia di aspettare ancora o di farsi imbambolare da promesse che sanno già essere false. Proponiamoci noi come alternativa protagonista e credibile. Con fiducia, con coraggio, con responsabilità, con allegria e con entusiasmo.

Perché qui o si fa l’indipendentismo o si muore.

De Deximeputzu,  Regioni de Casteddu, Sardigna

Restiamo Sardi.