mercoledì 31 ottobre 2012

Io sto con i cittadini preoccupati di Decimoputzu!


Ieri si è svolto l'atteso Consiglio Comunale a Decimoputzu per cercare di far luce sui vari aspetti della realizzazione di una centrale a biogas in località Terramaini.


Personalmente, sto con quei cittadini di Decimoputzu che sono contrari e preoccupati per la realizzazione di questa che si prospetta come un'ennesima servitù industriale.
Detta centrale sta sorgendo a circa 2 km in linea d'aria dal centro abitato e nelle immediate vicinanze di aziende agricole, di un'azienda casearia e di civili abitazioni. Questa mia preoccupazione ed indignazione è determinata da vari aspetti:
  1. E' una centrale che non serve a nessuno, né al paese stesso, né alla Sardegna. Ad oggi, la Sardegna produce circa 1/3 in più dell'energia di cui ha bisogno, e del sorgere di questa miriade di servitù dobbiamo chieder conto all'Italia prima ed all'Europa poi. E' impensabile infatti che la politica ai più alti livelli non vieti ancora questo genere di speculazioni sui territori, ma anzi, le incentivi. Da indipendentista non sono contro le energie rinnovabili (quelle pulite, per quanto possibile), essere contro le rinnovabili significherebbe automaticamente essere a favore della permanenza di fonti di approvigionamento energetico veramente inquinanti (carbonfossile, petrolio etc.). Sarei favorevole ad un piano energetico che mirasse a sostituire gradualmente  le fonti non rinnovabili con quelle rinnovabili, questo sì. Ma alle speculazioni sui nostri territori dico NO e mi indigno, sarebbe difficile non farlo. E, da quanto si può evincere dal primo dato indicato in questo punto, qui siamo di fronte ad una speculazione.
  2. La salute. Mi chiedo infatti perché, ad esempio, la regione Emilia-Romagna ha vietato il sorgere di questi tipi di impianti vicino alle aziende che lavorano il Parmigiano Reggiano (delibera dell'Assemblea regionale n. 51 del 26 Luglio 2011). Il tutto non sarà forse collegato alla teoria di quei ricercatori tedeschi che collegano la presenza di centrali a biogas all'epidemia di Escherichia Coli che colpì la Germania nell'estate del 2011 causando 18 morti? Non lo sappiamo per certo ovviamente, ma tra vedere e non vedere...
  3. La centrale sta nascendo in un territorio a vocazione agricola, cui potrebbe aggiungersi presto quella turistica, viste le decine di reperti e siti archeologici che per il loro potenziale sarebbero da rendere fruibili e che si dovrebbero pubblicizzare, tra i primi le Chiese e “Su Casteddu de Fanaris”, che a detta di alcuni archeologi sarebbe il Nuraghe più importante di tutto il Campidano. Che appeal avrebbero i nostri prodotti locali, già decisamente in crisi visto che la Sardegna ad oggi importa tra il 70 e l'80% di merce da fuori? E le nostre risorse turistiche da collegare direttamente alle strutture ricettive che economia creerebbero per il paese? Siamo sicuri che un impianto di cui non conosciamo nulla sia il modo migliore per rilanciare l'agricoltura e per far fiorire il turismo archeologico di Decimoputzu? Su quest'ultimo punto aggiungo che proprio nelle immediate vicinanze del sito in questione sorgono ancora i resti del menhir “Perd'e Mereu” e fu localizzata una fattoria romana.
  4. All'interno della società che sta realizzando l'impianto, l'Agrifera S.r.l., lavorano alcuni personaggi che in altri momenti sono stati al centro di indagini per collegamenti con la mafia (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/16/fera-costruisce-luce.html). Ed anche qui non per essere giustizialista, ma tra vedere e non vedere...
Non mi importa andare contro l'amministrazione comunale, a più riprese e da molte parti ho affermato e confermo che mi piace di più stare “con” qualcosa, rispetto ad essere “contro” qualcosa. E in questo momento sto con la gente di Decimoputzu, preoccupata per questo enorme punto di domanda che sta sorgendo nel nostro territorio. Non sto a guardare nemmeno gli interessi politici dell'una o dell'altra parte, sto al di fuori dei giochi politici. Da indipendentista, mi interessa solo la salvaguardia della salute di questa terra e di questo popolo. E Decimoputzu è un pezzo di natzione sarda, i suoi cittadini parte del popolo sardo. 


De Deximeputzu, Regioni de Casteddu, Sardigna  

Restiamo sardi


martedì 23 ottobre 2012

"Ospitadas". Alessandro Medda: Lo scandalo Biogas approda a Decimoputzu


Ed esplose come una bomba in quei giorni ancora stranamente caldi, quasi estivi, la notizia che i lavori per la costruzione di una centrale a biogas erano già in corso a Decimoputzu.
Fu la sorpresa più totale. Nessuno sapeva. Nessun avviso, nessun reclamo, nessuna notizia. O almeno così sembrò in quei giorni.
E soprattutto nacque subito nelle menti di tutti una domanda semplice quanto di difficile risposta: che cos’è una centrale a biogas?
Tenteremo in breve di far capire a chi ci sta leggendo ora di cosa si tratta.
Per biogas si intende una miscela di gas (a maggioranza metano dal 50% all’80%) ottenuta o attraverso la fermentazione spontanea in assenza di ossigeno delle biomasse o ottenuta attraverso la reazione chimica delle stesse mediante il calore. Il biogas poi, attraverso macchinari appositi, si trasforma in energia che viene poi immessa nella rete, quindi sul mercato.
Le biomasse non sono altro che gli scarti agricoli, industriali e reflui vari (a bassissima resa energetica), ma soprattutto prodotti agricoli di primo piano quali grano, mais e sorgo (ad altissima resa energetica).
Ora i problemi più importanti si pongono a diversi gradi.
  • Etico: degli alimenti primari che potrebbero essere destinati alle persone o agli animali vengono bruciate per produrre energia.
  • Ecologico: per alimentare una centrale come quella in costruzione a Decimoputzu di (quasi) un MW, servono mediamente un ettaro di terreno arabile al giorno, terreno tolto alla produzione di derrate alimentari ; i terreni coltivati a mais da biomassa vengono irrorati con dosi massicce di fertilizzanti (prodotti con l’energia del petrolio) e di pesticidi, provocando inquinamento del terreno stesso e delle falde acquifere sottostanti; la fermentazione dei vegetali e liquami provoca l’emissione di cattivi odori (la centrale sorge a soli 2 Km dal paese); esistono dei batteri termo-resistenti derivanti dalla fermentazione che provocano botulismo e tetano. Inoltre, alcuni ricercatori tedeschi affermano che l'epidemia di Escherichia Coli che colpì la Germania nell'estate del 2011 causando 18 morti potrebbe essere stata causata proprio dalla presenza di questo tipo di centrali.
  • Economico: produrre un kWh con questo sistema costa 22 centesimi mentre il prezzo dell’energia finita sul mercato è di appena 7 centesimi kWh; il mais utilizzato come biomassa sta seguendo l’andamento sempre crescente del prezzo del petrolio, cosicché gli allevatori si trovano ora in grandissima difficoltà nel comprare un alimento base per i loro allevamenti.
Allora dove sta il business? Semplice: in un disegno di legge europeo che equipara il biogas alle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico etc.) e compensa questa produzione di energia con una tariffa incentivante onnicomprensiva di 28 centesimi a kWh per 15 anni, ossia quattro volte maggiore rispetto a quella di mercato.
Ecco svelato d’incanto l’arcano.
E d’incanto tutta la popolazione si è ritrovata a far i conti con delle problematiche impensate e sconosciute sino ad allora. O forse vista la scarsa partecipazione non è neanche così…
Fondamentale nella scoperta di questo scempio ambientale è stato Dexipuzzus.it, un blog locale che per primo ha documentato quanto stava accadendo (11 ottobre); dopo questa segnalazione si è subito formato un comitato spontaneo, NoBiogas Decimoputzu, che tramite il social network Facebook ha tentato di informare e sensibilizzare le persone su questo tema, ma soprattutto si è posto come obbiettivo quello di coordinare le varie correnti politiche e di pensiero, canalizzandole verso un unico NO compatto.
Logica conseguenza di questo movimento, è stato il sit-in organizzato il 15 ottobre presso i terreni (zona confinate tra Decimoputzu e Villasor, chiamata Terramaini) in cui i lavori di costruzione della centrale andavano avanti a pieno regime. In questa riunione hanno partecipato vari attori, tutti protagonisti principali di una commedia tipicamente italiana.
Il sindaco Ferruccio Collu, arrivato dopo infinite telefonate da parte dei presenti, subito ha tenuto a precisare che il Comune di Decimoputzu nulla poteva fare contro un'ordinanza della Comunità europea e che lui per primo era contrario a tutta questa vicenda. In pratica ha sostenuto con forza la tesi secondo cui i comuni sono scavalcati da questa normativa, e l’unica cosa che si sarebbe potuta fare era trovare qualche cavillo burocratico per fermare i lavori. A noi invece risulta che l’atto era depositato in comune da Gennaio e che ci sarebbero stati 20 giorni di tempo per ricorrere in appello; si sarebbe quindi potuto incaricare un esperto, che sicuramente avrebbe redatto una relazione con parere negativo per l’impatto ambientale , poi da li con questa relazione si sarebbero potuti bloccare i lavori. Inoltre informando ed allertando tempestivamente la popolazione su quanto stava accadendo, si sarebbe subito creato un fronte unito contro la costruzione della centrale. Invece…
Il sig. Giancarlo Nocera , rappresentante legale della società milanese costruttrice , l’Agrifera , intanto con grande tranquillità snocciolava dati abbastanza contraddittori per quanto riguarda inquinamento e occupazione che darebbe tale impianto. In particolare insisteva sul fatto che c’erano tutte le autorizzazioni necessarie per l’inizio dei lavori, e sosteneva pure che a differenza di altri comuni, quello di Decimoputzu non aveva voluto in cambio nulla. Di solito i centri che subiscono danni da questo tipo di eventi chiedono una rivalsa, ossia la costruzione di un parco, o di altre strutture utili alla popolazione. Un po’ come dire: sporco però in cambio vi do qualcosina in cambio per farvi fessi e contenti. E invece noi putzesi, storicamente magnanimi con i forestieri, non abbiamo chiesto manco quello.
Alcuni consiglieri dell’opposizione, come Luca Marongiu e Luigi Mereu, intanto chiedevano delucidazioni al sindaco e al signor Nocera: anche per loro , pur essendo consiglieri dell’opposizione e quindi avvezzi a frequentare il comune e i relativi consigli comunali, la scoperta della maxi-costruzione era un'assoluta novità. Un fulmine a ciel sereno.
Il tutto contornato da una cinquantina di persone nervose ed impazienti di avere risposte. In pratica, chi sapeva non ha parlato ed ora se non ci sarà una vera mobilitazione il destino è segnato.
Primo successo è stato la richiesta e la conseguente approvazione di un consiglio comunale straordinario aperto alla popolazione. In attesa di questo atteso evento, qualche considerazione possiamo farla.
Francamente, un tema così complesso avrebbe meritato un attenzione ed un informazione diversa: è mancata trasparenza a più livelli.
Ma quel che è peggio è la risposta che hanno dato i cittadini. Pensiamo che quanto stia avvenendo a Decimoputzu non sia altro che un microcosmo, una mini proiezione di ciò che avviene in tutt’Italia. La mancanza di partecipazione e collaborazione, l’apatia nell’informarsi e nel combattere un qualsiasi sopruso, la noncuranza di ciò che ci circonda, l’arrendevolezza verso fatti che sembrano ineluttabili ma forse non lo sono: tutte caratteristiche attuali che rappresentano un regresso culturale, sociale ed economico nella nostra civiltà moderna. Sembra quasi una popolazione lobotomizzata e allo sbando, annientata e ormai succube del sistema marcio e corrotto che ci circonda.
Ma la reazione non può essere in alcun modo l’accondiscendenza ad un sistema iniquo del non fare e subire, ma al contrario la soluzione risiede nell’impegnarsi alla res publica, nell’informarsi sempre e comunque per esser ancora più consci dei propri doveri e diritti.
In attesa di un cambiamento rimane la speranza che un vento nuovo, che non sappia di biogas, spiri anche da queste parti.