C'ero
anche io in Via Roma il 7 Novembre, giorno dell'Assemblea generale
dei sardi proclamata dalla cosiddetta Consulta Rivoluzionaria. Il 7
Novembre è stata una tappa, la prima, di un percorso che migliorato
potrebbe portare buoni risultati.
Andiamo
con ordine e parliamo della partecipazione che non è fatta questa
volta da Questura e organizzazione della manifestazione, ma dai
pallottolieri scettici rispetto al progetto e da quelli invece troppo
convinti e coinvolti: i primi dicono 2.000 partecipanti (forse), i
secondi dicono che eravamo più di 3.000.
Mi permetto di dire che in
ogni caso è andata bene se consideriamo che il sardo medio si
informa tramite Unione Sarda, Videolina e La Nuova Sardegna e che
queste non hanno concesso lo spazio necessario ad un progetto che è
totalmente nuovo in Sardegna, soprattutto se andiamo a guardare la
storia indipendentista e movimentista in generale degli ultimi 30
anni. Poco più di un mese fa si riunivano a confronto iRS, Sardigna
Natzione, A Manca pro s'Indipendentzia, Movimento Pastori, Movimento
Artigiani e Commercianti, CSS, Presidio Piazzale Trento su tutti e
che poi altre forze, tra cui anche ProgReS, davano il loro appoggio.
E questo, permettetemi, è scandaloso. La mancanza di democrazia nei
media sardi (che chiamare conservatori è un eufemismo) è divenuta
oramai intollerabile. E checché se ne dica, nemmeno un centinaio di
blog o webtv seguite potrebbe scardinare la forza del duopolio sardo
dell'informazione.
I
partecipanti alla manifestazione avevano la disposizione, ribadita
anche dal palco, di stare tranquilli ed evitare qualsiasi tipo di
scontro con le forze dell'ordine e così è andata, a parte
l'episodio di una decina di persone che volevano tentare di saltare
il blocco di Via Porcile. Certo, questo cozza con il nome “Consulta
Rivoluzionaria” ma personalmente a me sta bene così, io sono per
la non-violenza. Guardavo Polizia e Carabinieri davanti a me in Via
Roma che prendevano caschetti e scudi, che armavano i lacrimogeni per
così poco e sinceramente il mio pensiero era “ma che cazzo se ne
fanno di queste cose, se è tutto tranquillo?”
Dal
palco si susseguono gli interventi che riguardo ai progetti della
Consulta e dei singoli movimenti indipendentisti dicono poco. Perché
sì, sono consapevole che gli interventi potevano sembrare carichi di
demagogia, ma questo solo agli occhi di chi esclude a priori
l'indipendentismo come alternativa e per questo non si informa o non
ha mai letto una elaborazione indipendentista sull'economia,
sull'industria, sui rapporti con l'estero etc.. A queste persone
chiedo solamente di non fermarsi a quello che dicono quelli del
duopolio dell'informazione in merito all'indipendentismo, ma di farsi
un giro sui vari blog e sui vari siti dei movimenti per farsi un'idea
più chiara, altrimenti rimane solo un sentito dire che non fa
un'opinione seria.
E'
curioso vedere anche gente del centro-sinistra italiano che trolla
sulla manifestazione di oggi, che commenta alcune cose ma che non
espone argomenti validi per dissentire da certe argomentazioni. I
soliti trolls dell'indipendentismo e del popolo sardo tutto. Io mi
chiedo: ma se stavate così bene in Italia, così tanto bene da non
voler ascoltare le motivazioni che ci portano ad essere
indipendentisti, perché non partite? Perché state
qua? Guardate che se ci chiedete perché siamo indipendentisti noi ve
lo spieghiamo. E non aspettatevi di sentire che lo siamo perché
l'Italia con noi "è sempre stata così cattiva", perché
saremmo indipendentisti anche se lo Stato italiano si fosse sempre
comportato nel migliore dei modi con la Sardegna. C'è differenza tra
coscienza e recriminazione. Chi non capisce questo si dimostra
ignorante e se vuole può continuare a fare "trollismo",
magari travestendolo da "satira".
Da
queste righe si può capire cosa mi è piaciuto, ma anche cosa non mi
è piaciuto. Una delle cose che non mi piacciono è che alcuni
componenti dichiarano apertamente che l'Onorevole Claudia Zuncheddu
non solo si debba dimettere, ma che non si potrà neppure candidare.
Bene, a queste persone faccio presente che Claudia Zuncheddu
quotidianamente lotta per le vostre ragioni in Consiglio Regionale,
da sola, con gran coraggio. Claudia Zuncheddu ha fatto una lotta
anche per le ragioni del popolo, affinché le minoranze continuino ad
essere tutelate, proponendo non il taglio del numero dei consiglieri,
bensì il taglio dei compensi dei consiglieri, tra cui anche il suo.
Si
dovrebbe ragionare invece sul perché Claudia Zuncheddu è l'unica
indipendentista all'interno del Consiglio Regionale, e questo mi
auguro che lo facciamo tutti, tutti insieme.
La
sensazione è che qualcosa di nuovo sia nato e stia crescendo molto
velocemente. Ieri in Via Roma si respirava un clima sì incazzato, ma
incazzato nel modo giusto, costruttivo. In un mese non credo si
potesse fare di più, in un mese s'è iniziato a correggere il tiro
degli ultimi 20 anni almeno, dove siamo stati divisi sia come popolo
che come indipendentisti.
Il
cammino sarà lungo, questo è scontato, ma se continuiamo sulla
linea della prima pagina scritta oggi, la traiettoria di senso è
quella giusta. Con qualche correzione fondamentale, possiamo fare il
grande salto di qualità che io ed altre migliaia di persone
aspettiamo da tempo. Questo per la Sardegna ed il popolo sardo.
De Deximeputzu, Regioni de Casteddu, Sardigna
Restiamo sardi