Mi rimproveri di pensare solo a quello, ma non è così. Certo
poi che mi piaci. Certo che ti guardo, che osservo le linee tenui che delineano
il tuo corpo. Certo che adoro il modo in cui ti muovi, in cui mi parli, in cui
ti avvicini a me e mi sussurri le frivolezze tipiche del primo incontro in un orecchio,
in questo posto fatto di rumore intorno.
Mi chiedi se vorrei possederti? Ma certo che sì, io voglio
tutto di te. Voglio succhiarti l’anima e voglio farmi succhiare l’anima da te,
voglio che queste nostre anime si prendano per mano e che inizino a cantare
verso il cielo stellato una canzone che parla di noi.
Voglio che questa canzone racconti quello che siamo, quello
che abbiamo vissuto da soli, quello che stiamo vivendo e preannunci quello che vivremo assieme. Voglio che
ogni nota sia uguale ad ogni nostro respiro, che ogni accordo sia composto dai
nostri gemiti, che le carezze che ci scambiamo siano le parti dell’adagio del
nostro vivere e del nostro combattere per averci.
E voglio poi che ogni battaglia che condurremo in questa guerra sia sofferta, che ci facciamo del male e che questo male sia sconfitto dal bene che
possiamo, se vogliamo. Quindi certo che voglio lo scontro, perché questo
forgerà un altro scontro e poi ancora scontro, ma alla fine porterà ad un
incontro.
Non parliamo troppo, quindi. Viviamoci.
Finalmente noi.
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