giovedì 30 giugno 2011

La satira di "Intanto in Viale Trento", Intervista all'ideatore Fauno Banana


Da un po’ di tempo su Facebook imperversa una pagina che si chiama “Intanto in Viale Trento” (http://www.facebook.com/intantoinvialetrento?ref=ts): si tratta di una pagina di vignette satiriche sulla politica sarda veramente pungenti come una buona satira dovrebbe essere.  Tratta tutti gli argomenti, dai trasporti al bilancio, dalle vertenze alle urgenze, dalla società agli usi e costumi, sempre in maniera puntuale e precisa, sempre lasciandoti il sorriso sulle labbra, avendo tra l’altro il buon gusto di rendere tragicomiche delle faccende che di comico a volte non hanno proprio nulla. Tra tutte le cose, la guest star (ovviamente in negativo) è il Governatore che non governa, Ugo Cappellacci, di cui nelle strisce quasi mai ricordano l’esatto cognome, che viene perculato parecchie volte da più parti, di cui viene enfatizzato il fatto di non capire molto di politica e di dimenticarsi a volte il suo ruolo.


Personalmente conobbi la pagina per caso e, non avendo mai visto satira sarda come si deve, inizialmente ci feci molto poco caso. Col passare del tempo iniziai invece a seguirla giorno dopo giorno, come credo tanti altri, poiché scoprì invece che c’era qualità in quelle vignette. Qualità di satira, oltre che qualità tecniche di fotomontaggi e il lavoraccio, da non sottovalutare affatto, di ragionare sulla striscia per evitare che risulti “bamba” o poco pungente, la ricerca delle foto giuste, il lavoro del montaggio. Tutto ampiamente riconosciuto dal popolo di Facebook, a quanto pare, visto che la pagina senza nessuna pubblicità oggi conta circa 6.500 iscritti e ogni giorno le strisce ricevono centinaia di “like” e molti, molti commenti. Ma non solo il popolo di Facebook si è accorto delle strisce. Il neonato “Sardegna Quotidiano” (http://www.sardegnaquotidiano.it/) ospita ogni giorno le strisce di “Intanto in Viale Trento” (L'Ugnone e La Nuova non avrebbero mai potuto essere così lungimiranti). Come se le prove della qualità non bastassero, c’è un libro in lavorazione che conterrà queste strisce.


L’ideatore di queste strisce è un famoso (o fantomatico) Fauno Banana ed oggi mi ha concesso il piacere di un’intervista:

Buongiorno Banana, anzitutto grazie dell’intervista. Ci dici come è nata “Intanto in Viale Trento”?


Ciao Enrico, grazie a te. È nato tutto per gioco lo scorso settembre sulla mia pagina Facebook. Un amico aveva pubblicato un piccolo fumetto con Berlusconi e Fini preso dal blog Metilparaben: in coda c’era il link del sito usato per montare il fotoromanzo. Mi sono messo a giocarci, ho pubblicato le prime cose sulla mia pagina e la risposta dei miei amici è stata notevole. Dopo dieci giorni, ai primi di ottobre, ho provato ad aprire una pagina dedicata e la cosa evidentemente è piaciuta ed è cresciuta, in modo lento ma costante. E ora è totalmente fuori dal mio controllo!



Ad oggi vanti già un po’ di tentativi di imitazione, vedi “Intanto in via Roma” o “Intanto a Sa Illetta”. Io non mi esprimo in merito, pur avendo un pensiero mio. Ci dici sinceramente cosa ne pensi?
    
Ah ah, a parte il giudizio sull’imitare un linguaggio, uno stile e idee altrui, la cosa che mi lascia più perplesso è la mancanza di “sottotesto”. Nelle cose che faccio io, anche quando sono stupide o sghembe o poco ispirate (e capita spesso), dietro le battute e le situazioni c’è sempre una implicita “cronaca” di quello che succede davvero nella politica. Questa cosa non la vedo negli imitatori. Scimmiottano ma non mi sembra abbiano capito che Intanto in viale Trento non è solo una pernacchia fine a se stessa.



Dalle vignette pare che tu non abbia credo politico. Cosa pensi del panorama politico sardo?


Me la potrei cavare facilmente dicendoti che è deprimente! La cosa più tragica è che, tolte rare eccezioni, il livello culturale della classe politica è quasi da analfabetismo di ritorno. È una posizione demagogica, ma tutti dovrebbero togliersi la soddisfazione di andare ad assistere di persona a una seduta del Consiglio regionale. Sarebbe più chiaro perché questa regione rimane sottosviluppata nonostante le energie e le intelligenze che ci sono. Poi non sono tutti così, ma quelli bravi e preparati sono troppo pochi in un panorama di politici che pensano agli affari propri e a scaldare la poltrona



E di quello italiano?


Valgono sicuramente molte considerazioni appena fatte. Siamo un paese che da vent’anni è congelato nell’idiozia del berlusconismo. Pagheremo il prezzo culturale di questa demenza per anni e anni, purtroppo: lo vediamo nell’anarchia e nella maleducazione diffusa della vita quotidiana. Ma questo è anche colpa di una sinistra che è stata incapace di dare vita a una proposta alternativa, sostenuta da persone credibili, e si è preoccupata per vent’anni di fare calcoli e calcoletti astrusi di presunta realpolitik. Ma perché mi fai diventare un altro trombone che sproloquia di politica?



Veniamo ad un argomento spinoso: cosa pensi dell’indipendenza della Sardegna e degli indipendentisti?


In estrema sintesi la trovo una posizione anacronistica. È irrinunciabile che la Sardegna smetta di essere lo zerbino dello Stato italiano, e su questo siamo tutti d’accordo. Una delle cose per cui ricorderemo Soru è proprio la sua battaglia sulla sovranità della Sardegna in tanti settori: questa mi sembra la strada giusta e anche l’unica possibile. Sugli indipendentisti chioso con una battuta: pocos, locos y muy ruidosos. Il loro peso sulla società è inversamente proporzionale al baccano mediatico che fanno su Internet. Poi insomma: provo rispetto per tante loro idee. La diagnosi di tanti problemi mi sembra corretta, la cura mi sembra fuori dal mondo. Penso che sia giusto puntare sulle nostre peculiarità, ma reclamare l'indipendenza mi sembra un sogno irreale.



E di Massimo Zedda sindigu de Casteddu? Credi che Casteddu migliorerà?


È troppo presto per esprimere un giudizio, ovviamente. I primi passi mi sembrano nella direzione corretta. E poi credo che, dopo dieci anni con l'amministrazione di unni che abbiamo avuto, bastino semplici iniziative di buon senso per marcare una differenza notevole col passato. Quello che davvero conta è che Zedda rappresenta una boccata di ossigeno per una città asfittica e paralizzata come Cagliari. Il capoluogo ha bisogno di svegliarsi: è una città bellissima ma intorpidita e quasi abbandonata. La vera sfida penso che sia questa: svegliare Cagliari e sottrarla alla dittatura dei bottegai e delle solite famiglie che controllano tutto.



Tornando alle vignette, che è argomento ben più lieto, come fai ad essere sempre così puntuale e pungente? Ce lo puoi dire o è segreto industriale militare?


La verità è che non ho nulla di meglio da fare! La sera, dopo cena, invece di rimbecillirmi con la tv o con la Wii, mi metto a fare la striscia. Il segreto è che mi diverto un mondo: a raccogliere gli spunti dai giornali o dalle notizie che girano, a cercare o creare le immagini adatte e poi prendere tutto e mischiarlo alle mie fissazioni da nerd per giocare alla citazione nascosta. Mi aiuta l'esperienza di lavoro che ho vissuto negli anni scorsi: per qualche tempo ho lavorato nei Palazzi del potere e quello è un bacino inesauribile di trovate.



Qual è quella che ti è piaciuta di più? E quella per cui più hai riso durante la realizzazione?


Non esiste una striscia che mi piace più di altre, anche se alcune mi diverte rileggerle tuttora. La cosa che preferisco è cercare di prendere i lettori in contropiede, tirando fuori idee assurde come i fenicotteri o citazioni di film anni Ottanta. La striscia resta divertente se sorprende, credo. E il primo ad essere sorpreso sono spesso io quando la faccio: mi basta trovare una foto particolare e la mia idea iniziale prende tutt'altra strada! A volte, quando ne realizzo una che mi sembra davvero brillante, mi viene l'angoscia su cosa potrò inventarmi di meglio, ma poi il giorno dopo qualche idea arriva sempre. Fondamentalmente è durata così tanto perché mi diverto molto e ho sentito da subito il forte affetto e l'apprezzamento di chi la leggeva.



Grazie dell’intervista Banana, sei stato disponibilissimo e gentilissimo. Ora, come ogni interrogazione che si rispetti, lasciaci con un argomento a piacere…


E dove siamo, da Marzullo? Grazie a te per l'interessamento e grazie a chi mi legge e ha avuto la pazienza di sopportarmi in versione "intervistato che se la tira"!



4 commenti:

  1. Che negli ultimi vent'anni la sinistra sia sostenuta da uomini credibili è davvero una battuta degna di un vignettista... Da mettere nelle strisce...

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  2. L'articolo contiene interessanti spunti sui quali il mondo indipendentista dovrebbe riflettere.

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  3. Dice tutto il contrario, infatti. La sinistra italiana è morta con Berlinguer prima e con Pertini poi. Sulla sinistra sarda (soprattutto sul PD) stendiamo un velo pietoso, per cortesia. Vincono, nonostante non convincano, Soru a parte.

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  4. @ Enrico: Infatti sostenevo la tesi di Banana... E da buon vignettista satirico dovrebbe metterlo in evidenza, ma se la satira è rivolta a sinistra, non fa ridere...
    Anche su Soru ci sarebbe da dire, ma...

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