L’iniziativa mi parve buonissima ed ambiziosa da subito, tanto che andai a leggermi gli articoli 8 e 9 del nostro Statuto Autonomo per approfondire il discorso. Avevo sempre sentito parlare di questo credito di miliardi di Euro che la Regione Sardegna vantava nei confronti dello Stato italiano, chiedendomi e scrivendo spesso di come avremmo potuto utilizzare tutti quei soldi e di cosa sarebbe stato il nostro territorio se quei soldi non avessero preso la strada del non ritorno, come invece è successo.
Non mi ero mai chiesto, invece, come avremmo potuto fare per evitare che a quei miliardi se ne aggiungessero altri ed altri ancora. Cioè, dove avevamo sbagliato? E come andare a correggere il tiro, vista l’importanza fondamentale di utilizzare in Sardegna la maggior parte dei soldi prodotti dai sardi, soldi prodotti col proprio lavoro, con il proprio sudore, con i propri sacrifici, ma anche parte dei propri sogni, delle proprie ambizioni e delle proprie responsabilità.
Ecco la soluzione: Agenzia sarda delle Entrate. La reinterpretazione dell’articolo 9 in questi termini (ora che lo conosco) è così semplice quanto disarmante. Viene subito da chiedersi come mai in tutti questi anni le giunte regionali nostrane che si sono succedute non abbiano provveduto a fare nulla.
Per questo appena ho potuto mi sono incaricato personalmente di raccogliere le firme nel mio piccolo paese, Decimoputzu. E, permettetemelo, sono orgoglioso che anche Decimoputzu abbia voluto dare la sua risposta a questa problematica.
Perché anche i cittadini del mio piccolo paese hanno capito l’importanza fondamentale della sovranità tributaria, primo passo verso spazi di sovranità sempre più vasti, verso una Sardegna marchiata sempre più Sardegna. Ed allora hanno firmato, consapevoli e consenzienti di quel piccolo mattone che stavano andando a posare su questa grande casa, la casa di tutti i sardi, la prima casa di un villaggio che diverrà, mano a mano, sempre più grande, sempre più moderna.
Hanno firmato perché hanno capito come il mancato rientro dei nostri si è ripercosso e come si ripercorrerebbe ancora nei piccoli gesti di ogni giorno, dal camminare in un marciapiede rotto o rompere gomme e ammortizzatori in una strada dissestata sino a viaggiare in treni vecchi di 40 o 50 anni, senza aria condizionata.
Hanno firmato per una Sardegna con sempre più sovranità, con più responsabilità, con più compiti.
Per il primo passo verso una Sardegna protagonista nel mondo, con i propri sogni, con le proprie speranze, con le proprie forze, con i propri cittadini.
Grazie sardi , grazie Fiocco Verde.
http://fioccoverde.net/fiocco-verde/contributi/articolo-9-una-reinterpretazione-cosi-semplice-quanto-disarmante/
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