giovedì 27 giugno 2013

La Zona Franca integrale tra demagogia e alternative serie

Il 24 Giugno era la data tanto attesa da molti sardi non tanto perché fosse il mio compleanno, ma per la tanto decantata promessa di attivazione della Zona Franca integrale. Tanti sardi sono stati convinti nel corso degli ultimi mesi dal Governatore più imbarazzante (tra tutti quelli imbarazzanti) della storia dell'autonomia della Sardegna e dai suoi due più fedeli compagni in questa “battaglia”, un avvocato ed una dottoressa entrambi urlanti, che avrebbero pagato la benzina meno di un Euro, che l'IVA non si sarebbe più dovuta pagare così come le accise e tante cose fantastiche del genere.

Hanno fatto di chi poneva dei dubbi leciti un avversario politico, che andava contro i sardi e la Sardegna tutta, che voleva continuare ad essere solo un cittadino di Serie B, ma questo solo quando andava bene. Altrimenti si veniva insultati pesantemente o invitati al silenzio e al “lasciar fare”.
Si è offerta questa caramellina per tanto tempo in questi ultimi due mesi con una demagogia che è arrivata a spaccare in due il popolo sardo: da una parte il tessuto produttivo che si è illuso (in maniera bonaria) di poter avere a disposizione uno strumento economico potente per poter riprendere a lavorare come si deve e sanare così tutte le vessazioni di cui è stato vittima, da Equitalia al resto delle sciabole dello Stato italiano, cui l'alternativa che ora va di moda è il suicidio; dall'altra le persone che politicamente erano contro una parte politica, contro un personaggio imbarazzante come Cappellacci e contro la sua Giunta, anch'essa imbarazzante e che, proprio il 24 Giugno, come veri e propri geni artisti delle sconfitte alle elezioni, hanno organizzato una contro-iniziativa per parlare delle alternative, ho letto da qualche parte. E dove si organizza un incontro quando si discute di alternative per il proprio popolo in crisi, vessato dalle tasse, dalla disoccupazione, dalla depressione? Dove lo organizza il maggior partito di centro-sinistra, al secolo il Partito Democratico? Ma al T-Hotel, vero e proprio rifugio dei ceti medio-bassi!

E sono veramente dispiaciuto per le persone che ci hanno creduto sul serio e che hanno lottato, spinti dalla volontà di riprendersi la propria vita e la propria dignità di lavoratori ma come era ovvio la gita a Roma, l'ennesima gita della speranza, si è conclusa con un nulla di fatto, con qualche promessa dolce e un "imoi bandeisind a casinu ca teneus cosas de pentzai". 

Oltre alle due parti prima citate c'è poi una terza parte. La parte già citata prima, che poneva dubbi e domande lecite, sempre le stesse:
  • qual è il progetto economico da accostare alla Zona Franca integrale? Lo strumento potrebbe funzionare certo, ma solo se gli si viene affiancato un progetto economico consono;
  • quali sono le coperture previste per l'ammanco del gettito IVA e delle accise? Il mancato gettito dell'IVA è stimato attorno ai 2 miliardi di Euro (minimo) e quello delle accise se si facesse rispettare l'art. 8 del nostro Statuto sarebbe tra i 3 e i 3,5 miliardi di Euro. Come si copre un ammanco di 5-5,5 miliardi di Euro? Qual è il piano?
  • C'è un piano economico che allontani totalmente l'idea di trapiantare ancora una volta come per il Piano di Rinascita l'industria pesante, le multinazionali altamente inquinanti che hanno distrutto il nostro ambiente?

A queste domande non ho mai ottenuto risposta. Quando mi è andata bene solo risposte parziali e non articolate, basate sul nulla. Quando mi è andata male, insulti e imposizione di silenzio. Oppure la richiesta di un'alternativa.

E l'alternativa c'è e circola proprio vicino al Governatore imbarazzante con la Giunta imbarazzante.
Tra le commissioni del Consiglio Regionale, nelle stanze del Palazzo, circola una legge di iniziativa popolare promossa dal COMITATO Fiocco Verde e firmata da 31.000 sardi. Per farla breve, questa legge istituisce prima di tutto l'Agenzia sarda delle Entrate ottenendo la quota di sovranità tributaria fondamentale per la nostra economia. E' abbastanza conosciuto infatti il sistema attuale che permette all'Agenzia italiana delle Entrate di riscuotere TUTTI i nostri tributi, dei quali dovrebbero tornare in Sardegna nella misura del 90% circa ma che dal 1991, in maniera accertata, non rientrano. Soldi che mancano quindi dalle nostre strade (e che spendiamo per le sospensioni delle nostre macchine), dai nostri ospedali, dalle nostre scuole, dalle nostre case. L'approvazione di questa legge capovolgerebbe questo sistema. E' come se ora una persona si comprasse una casa col mutuo e, per il pagamento della rata del mutuo, facesse incassare per intero il proprio stipendio alla banca chiedendole di trattenere l'importo della rata e di restituire il restante!
In questa legge sono contenute inoltre le fondamenta della sovranità fiscale. Già oggi ne avremmo, vedi taglio dell'Irap di qualche mese fa. Ma in questa maniera potremmo decidere noi sardi chi, come e quanto tassare, decidere sgravi fiscali per le zone in difficoltà della nostra Natzione (vedi Sulcis o nuorese, ad esempio), riequilibrare ed ottimizzare le spese per la sanità, l'istruzione etc., divenendo di fatto regione europea virtuosa, il tutto ovviamente se governati dalle persone che vogliono il bene dei sardi e della Sardegna. Mi chiedo infatti quanto sia giusto far pagare l'IVA all'operaio disoccupato del Sulcis lo stesso tanto del ricco possessore immobiliare della Costa Smeralda, ad esempio.
Ultimo fattore, ma non meno importante: questa legge abolirebbe di fatto Equitalia e tutto il suo sistema vessatorio.
E della mancata approvazione di questa legge sono fautori entrambi gli schieramenti attualmente in Consiglio, destra e sinistra, ad eccezione di qualche singolo personaggio che negli enti locali si è fatto sentire. E' proprio ai vertici regionali che non vogliono ascoltare, succubi degli ordini da Roma e della loro totale dipendenza dalle loro sedi centrali.
Hanno preferito ripristinare la vecchia ARASE che si occupa solo dell'incasso dei tributi regionali, tralasciando tutti gli altri. Cioè, quella che il Governatore imbarazzante con la Giunta imbarazzante avevano abolito appena insediatesi in Consiglio. Un vero e proprio caso di schizofrenia politica.
E l'opposizione imbarazzante della Giunta imbarazzante che fa? Silenzio e litigi. Insomma, si preparano a perdere le prossime Natzionali del 2014.


Sperando che le perdano a favore di chi lavora per il bene della Sardegna e che vuole veramente il benessere dei sardi.

De Deximuputzu, Regioni de Casteddu, Sardigna  

Restiamo sardi


5 commenti:

  1. C'erano due linee di interpretazione di un diritto riconosciuto da entrambe, cavalcato come tale in tante campagne elettorali e confermato dalla cronologia legislativa. L'Italia ha legiferato eccome, con i governi Prodi e D'alema, con Pertini e Scalfaro Presidenti della Repubblica, con Ciampi e Visco ministri di sinistra, e Melis e Palomba al governo regionale.
    La linea politica, a larga maggioranza, non riteneva opportuno l’improvviso rispolvero di un tema dormiente da ormai 15 anni, “non bisogna aver premura” si diceva, “non lasciatevi suggestionare da giuristi improvvisati che non sanno di che parlano”.
    Mentre l'altra linea, quella da noi scelta, ha voluto riportare all'attenzione questa grande opportunita' in pericolo di perdita definitiva. Senza il movimento della gente non ci troveremo ora a parlare di Zona Franca, in qualche modo si è scardinato il sistema che troppo spesso tira la pietra e nasconde la mano, almeno da accorgerci da dove arrivano i colpi (bassi).
    Infatti le resistenze sono venute ben chiare alla luce, e presi in contropiede, quelli che con spocchiosa ironia parlavano di creduloni agli asini che volano, di seguaci dei pifferai magici, di mandrie di bufale ecc, han tentato e tentano scompostamente di riorganizzarsi puntando ad una contromanifestazione presenziata da ambigui invitati quali sindacati, burocrati vari, vertici di inutili associazioni di categoria, sindaci traditori del popolo e servi di partito. Ma di alternative credibili, ad oggi, neanche l’ombra!
    Intanto si è preso per la mano il governatore di turno e portato a firmare la delibera regionale in ritardo di ben 65 anni, per colpevole inadempienza dei predecessori ma anche sua, costretto alcuni partiti e partitini ad un rinsavimento in extremis, non è troppo tardi, conquistato un tavolo tecnico in sede nazionale ove siederanno le nostre guide “non istituzionali”. Altro che farsi prendere in giro, qui si è scelto di non affidarsi più alle promesse disattese dei partiti, bensì chiamarli (tutti!) ad onorare il dovere di rispondere alle esigenze della popolazione. Quelli che non lo faranno ne stanno gia pagando incoscentemente il prezzo, la gente ora vede, sente e ragiona.
    Inutile negarlo, il tavolo di Roma è una conquista, si pretende dal governo nazionale, leggi inopinabili alla mano e status di Regione autonoma, di riconoscere alla Sardegna la condizione di insularità e portare il livello di opportunità che ci vede penalizzati nel confronto alle altre regioni, si chiede poi di rettificare quell’art. 3 precedentemente omesso per errore di trascrizione o volutamente ormai non importa, che ci riconosca territorio extra territoriale e quindi ci rivolga i benefici anche al consumo, oltre che quelli di esenzione doganale e sgravi fiscali alla produzione.
    Come possono partiti e politicanti ancora non riconoscere questa opportunità di salvezza dell’economia sarda? Come fa tanta gente comune a non capire che questa battaglia è di tutti, senza colore politico prevalente e quindi anche loro? Come si può ridurre il discorso all’insinuazione per cui i sardi sarebbero ostili al pagamento delle tasse?
    Qui siamo di fronte alla irripetibile opportunità di proiettare la Sardegna ad una condizione virtuosa, non solo di rinascita, dove le risorse aumenteranno e non il contrario, dove l’assistenza statale che ha distrutto il tessuto economico verrà sostituita dalla possibilità di fare impresa in maniera sostenibile, dove ritroveremo la serenità di programmare il futuro dei giovani, in terra nostra.
    Attilio Mulas

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  2. Attilio io non riesco a fidarmi di chi non risponde, perdonami.
    In compenso come leggi sto dicendo quella che sarebbe secondo me l'alternativa, quella che non si vuole guardare e che è più difficile da propinare e meno populista della Zona Franca integrale.
    Se chiedi a me se voglio pagare meno tasse e meno imposte ti rispondo ovviamente di sì. A patto che mi si risponda a quelle lecite domande.

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    1. Enrico ti riconosco stavolta un impegno maggiore e più serio di altre dove trattavi l'argomento con la stessa leggerezza e scanzonata simpatia che rivolgi a questioni meno importanti e dalle quali, quando mi capita di leggere, traggo anche io piacere spassoso. In alcune occasioni avevo pure provato a infiltrare argomenti che potessero portare riflessione sulla banalità di ridurre il tutto a " la Randaccio ha detto che non pagheremo l'iva e che porterà la benzina a 90 centesimi, ah ah ah ", ma non ricevetti attenzione. Tu dici di non fidarti di chi non risponde, forse non l'ho fatto a gusto di chi trascura l'attivismo di 2 anni, non di 2 mesi, e ignora il lavoro di tanti, non mio, che si sono proprio concentrati sulla sostenibilità facendo previsioni di numeri, non improvvisati ma basati sull'alternativa a quelli negativi attuali, posti di lavoro che scaturirebbero a dimostrazione che le soluzioni che la politica non trova invece ci sono e sono reali. Solo chi è rimasto al di fuori del movimento della gente non sa che nel frattempo altre categorie e persone competenti si prodigano con riservatezza a favore della causa comune. Quindi credimi, il mio intervento sottintendeva tutto questo, quindi anche e sopratutto le risposte alle tue domande, ma per completezza, visto che non sono la persona più indicata a soddisfarle dettagliatamente, puoi ricercarle nelle numerose pagine dei comitati, sai ci postiamo anche qualcosa di istruttivo. Per quanto riguarda poi l'iniziativa del Fiocco Verde, noi non la consideriamo una alternativa alla ZFI bensì lo strumento a completamento, con la differenza che l'agenzia delle entrate in questa situazione non saprei dove diavolo approvvigionerebbe gli ingressi, mentre la ZFI da sola se permetti qualche rogna la risolve. Ma meglio entrambe naturalmente. Un distinto saluto Enrico, ti vogliamo tra i nostri, ciao! ( Attilio)

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  3. Bene Enrico. Unica segnalazione fra l'altro contenuta nell'iniziativa di legge popolare del FV: senza una deroga al patto di stabilità non si va avanti e resterebbe tutto sotto la voce aiuti di stato.

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  4. e infatti bisognerebbe lottare anzichè ignorare l'iniziativa:

    http://fioccoverde.net/fiocco-verde/comunicati/sardegna-stato-patto-stabilita-morsa-mortale/?fb_action_ids=10200637770140302&fb_action_types=og.likes&fb_ref=above-post&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582

    Alberto Pintus

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