martedì 14 febbraio 2012

Storica sentenza "Eternit". Applicazione anche in Sardegna?

La sentenza “Eternit”  si può definire sentenza storica.

La condanna a 16 anni di carcere dei due manager  Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne, ex vertici dell’azienda, per disastro doloso e omissione dolosa di misure infortunistiche  potrebbe infatti segnare un crocevia nell’annosa questione del binomio industrializzazione scriteriata-problemi di salute.

Dopo circa trent’anni di lotte, si arriva alla conclusione che sia stato l’amianto a provocare migliaia di morti, anche tra la popolazione non legata alla stessa produzione.  C’è però il WWF che nel suo comunicato di soddisfazione avverte anche che il picco di morti da amianto ci sarà tra il 2015-2020.


Una vittoria per i familiari che non solo hanno denunciato il fatto, ma che non si sono mai tirati indietro e non hanno fatto cadere tutto nel silenzio, tenendo alta l’attenzione sulla questione. Una vittoria che comunque non potrà riportare indietro i loro cari defunti e non potrà evitare il pericolo dell’avviso lanciato dal WWF.


Sentenza storica che potrebbe trovare applicazione anche per la Sardegna? Spero proprio di sì.


Non bisogna infatti lasciar cadere il silenzio sulle analisi condotte dai veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, che dicono chiaramente che “il 65% dei pastori che lavora a Quirra si è ammalato di leucemia, ed esiste una correlazione tra questi tumori e gli agnelli nati deformi negli ovili del territorio. “ E non bisogna far passare nemmeno troppo tempo perché, paradossalmente, mentre ai pastori della zona è ancora vietato far pascolare il proprio bestiame nelle aree sequestrate, le esercitazioni e le altre attività del poligono hanno ripreso indisturbate a sfamare lo Stato italiano con i soldi dell’affitto a compagnie estere.

Non bisogna lasciar cadere il silenzio sull’analisi di Greenpeace che colloca la Sardegna in cima alla lista delle Regioni d’Italia più inquinate, con ben 445 mila ettari contaminati. Siti industriali dismessi, miniere dismesse, mari inquinati.


Occorre sensibilizzare la popolazione prima delle istituzioni sull’impellente bisogno di istituire un “registro tumori”, una sorta di istituto di monitorizzazione capillare del sorgere di patologie particolari, come tumori al sistema emo-linfatico tipiche delle zone di guerra, come possono essere leucemie, linfoma Hodgkin e Non Hodgkin.

E chiunque oggi può guardare su Youtube il primo episodio di “Oil” di Massimiliano Mazzotta (http://www.youtube.com/watch?v=X1CR1__FjmI&feature=related), documentario sulla SARAS che fu inizialmente bandito con una battaglia giudiziaria dei Moratti nei confronti dello stesso regista, che comunque ne uscì illeso ed innocente. In questo documentario potrete trovare spunti di riflessione interessanti per quantificare il reale livello di inquinamento di una delle raffinerie più grandi d’Europa.

Porto Torres, Portovesme, Ottana, Machiareddu, Sarroch, Teulada, Quirra, Capo Frasca, Decimomannu: sono esempi di industria pesante, privata e di Stato,  e servitù militari dislocate in Sardegna per il totale del 60% delle servitù militari italiane.

Non facciamo cadere il silenzio sulle questioni ambientali, magari facendoci distrarre dalle beghe finanziarie di Italia ed Europa.

Pretendiamo come popolo che le aziende come ALCOA che vanno via e che lasciano dietro di sé depressione territoriale e personale eseguano le bonifiche e le riconversioni dei siti. Le lotte degli operai Rockwool insegnano, in questo senso, che lottare per il proprio lavoro ed intelligentemente per il proprio ambiente serve a qualcosa, anzi, è di vitale importanza per la collettività (http://www.youtube.com/watch?v=_S1BuOM4k1w&feature=share).

Teniamo sempre bene a mente che un popolo che vive in un ambiente malsano è un popolo destinato a scomparire prima biologicamente e poi fisicamente.


De Deximeputzu, Regioni de Casteddu, Sardigna

Restiamo sardi


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