venerdì 20 gennaio 2012

Quanto produce la Sardegna? E quanto costa?

Qualche giorno fa avevo intenzione di scrivere sull’iniziativa solitaria del Movimento PAR.I.S. Malu Entu, che inizia a raccogliere le firme per il Referendum sull’indipendenza, ma sono bastati pochissimi giorni per abbandonare la reazione “di pancia” e tornare a quella “di testa” e quindi capire che non val la pena di dare spazio ad iniziative del genere,  poiché è preferibile parlare di cose serie e costruttive.

Stamane ero presente al seminario del Comitato “Fiocco Verde” (http://fioccoverde.net/), che da poco tempo ha iniziato una raccolta firme per una proposta di legge che, se approvata, sarebbe il primo passo per il raggiungimento di una sovranità fiscale della Sardegna. Presenti, oltre a Franciscu Sedda, Presidente del comitato e che ha introdotto la discussione , anche il Presidente della Commissione Autonomia e Consigliere Regionale del Psd’Az Paolo Maninchedda, l’ex Presidente della Regione e Consigliere Regionale del PD Renato Soru e il Deputato del PDL Bruno Murgia.

Il seminario si proponeva di spiegare le ragioni del Comitato “Fiocco Verde” e di sentire dalle varie parti i pro e i contro di questa proposta di legge, che punta a risolvere la famosa (o famigerata) vertenza entrate e all’applicazione dell’art. 9 del nostro Statuto Autonomo, che ci autorizzerebbe di fatto a costituire un’Agenzia delle Entrate della Regione Sardegna, ed al conseguente rispetto dell’art.8, che indica tutte le quote tributarie spettanti alla Regione stessa. In breve: attualmente i nostri tributi sono riscossi dall’Agenzia delle Entrate che poi secondo quello che dice il già citato art. 8 dovrebbero essere in gran parte restituiti, ma che di fatto non ci vengono restituiti o per cui non vengono rispettate le quote, per una cosa o per l’altra. Un percorso inverso praticamente che ha portato al verificarsi della vertenza entrate. Soldi nostri  che si sarebbero dovuti utilizzare qui ma che invece sono utilizzati per chissà cosa. L’applicazione dell’art. 9 eviterebbe questo iter, dandoci modo di riscuotere per conto nostro i tributi e versare poi le spettanze allo Stato italiano.

La domanda che è venuta fuori durante il dibattito è la seguente: se pure venisse istituita l’Agenzia delle Entrate della Regione e la Regione fosse in seguito portata ad autogestirsi ed auto-sostenersi,  questi soldi basterebbero? La Regione Sardegna produce più o meno di quanto consuma?

Paolo Maninchedda nel corso del suo discorso ha dichiarato che in questo senso non esiste un vero e proprio studio storico, un censimento della produzione della Sardegna e di quelli che sono e che sono stati i costi, ma si è detto ottimista.

Renato Soru inizia il discorso precisando di non essere indipendentista e di sentirsi italiano e sardo(ma questo lo sapevamo). Continua poi dando per certo che la Sardegna produce molto meno di quello che consuma, in termini di costi. La sua soluzione sarebbe o che la Sardegna producesse di più o, in alternativa ovvia, che si rivedessero i costi di gestione della cosa pubblica.

Non me ne vogliano i Pidiellini, ma Murgia non l'ho sentito perché c'era un amico che m'aspettava fuori.

Bene, io non so di certo chi abbia ragione o che carte abbia il Renatino per dichiarare ciò, ma è sembrato estremamente convinto di ciò che diceva. Ma m’è sembrato convinto pure Maninchedda!

Per quanto mi riguarda, non ho capito se il  Comitato “Fiocco Verde” già lo propone nella legge, ma credo che sarebbe opportuna un’organizzazione che si occupi di sviluppare in maniera capillare una rete atta ad esaminare e censire produzione e costi, in modo da fare un bilancio storico se non precisissimo, perlomeno molto attendibile e applicare tagli dei costi superflui (tipo lavori pubblici o consulenze esterne affidate ad amici o compari) e attingere da dove si vuole per le misure dello sviluppo turistico ed infrastrutturale della nostra isola, in modo tale da colmare finalmente il gap con le altre Regioni d’Italia. Allora sì che si creerebbero le basi per una reale autonomia come trampolino di lancio per l’indipendenza, non con un referendum consultivo, iniziativa senza capo, né coda.

Grazie dell’attenzione e a s’intendi luegus!


12 commenti:

  1. L'idea del comitato è molto interessante e rappresenta una delle poche declinazioni pratiche in positivo del pensiero indipendentista. Interessanti anche le "correzioni" da te proposte.

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  2. Sarebbe anche un modo per attribuire dei posti di lavoro. Il personale di un gruppo di studio e di indagine, magari con compiti che aiutino a stanare gli evasori fiscali. Un bel po' di piccioni con una fava, diciamo.

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  3. Infatti. E in questo modo si possono incominciare a capire quali sono le politiche fiscali più adatte per l'isola.

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  4. Non c'è modo migliore. Monitorare in maniera capillare da cosa è composto esattamente il tessuto produttivo dell'isola sarebbe la maniera migliore di sviluppare una fiscalità nostra.

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  5. anche perché la fiscalità è una delle leve più efficaci dal punto di vista dello sviluppo.

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  6. Questi sono i passi da fare per una vera Autonomia prima ed un vero, e veramente serio e reale,Indipendentismo dopo. Il tempo dirà quale è il vero cammino da percorrere,separandolo dal semplice folklore, o velleitarie fughe in avanti.

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  7. Cioa Enrico. Nella proposta di legge è già prevista anche l'osservatorio economico e la sua disciplina. L'osservatorio avrà, tra i suoi compiti, quello di monitorare tutto il sistema economico sardo, comprese le aziende che hanno sede fiscale fuori dalla Sardegna e che quindi, in base al novellato art 8 "dovrebbero" pagare le tasse in Sardegna, ma che non essendoci un vero controllo sfuggono e non sarà certo la ragioneria centrale o la Corte dei Conti a verificarlo e ristabilire la legalità, perchè illegalità è ciò che fa lo stato centrale in questo caso. Oltretutto, l'osservatorio, monitorerà i vari settori produttivi al fine di segnalare prontamente il governo sardo per intervenire in supporto con adeguate leggi fiscali. QUanto dice Soru non è pertinente, perchè qui non si parla di "quanto" ma di "avere" quello che c'è, al quanto lo vedremo successivamente e decideremo cosa farne, ora prendiamoceli, poco o tanto che siano, sempre meglio di nulla. Certo, fare i conti con i bilanci consuntivi e preventivi della regione è un po dura, ho 4 diversi analisi dei bilanci e tutti diversi, forniti da diverse forze politiche. Dire quale è sbagliata non è facile dal momento in cui tutti, compresa la Regione stessa, si basano su dati non certi, approssimativi, proprio perchè è sempre mancato un vero controllo. QUesto è quello che ci proponiamo con la proposta di legge di iniziativa popolare. Solo successivamente sapremo se è sufficiente al nostro fabbisogno. Per quanto riguarda Soru poi, mi deve spiegare come mai dice che non abbiamo entrate sufficienti quando un semplice ritocco allo statuto sulla delocalizzazione, e assolvimento dei tributi, delle sedi fiscali ha determinato un gettito di alcuni miliardi e non lo sarebbe incassarsi ulteriori 3/10 di irpef, uno di IVA, uno di accise .. ed il restante furto attuale, e da 30 anni, di accise .. mi fermo, vedremo quanti sono dopo che incasseremo da noi queste entrate.
    Giuliu C
    (scusa la lungaggine)

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  8. Grazie Giuliu per il chiarimento. A questo punto chiedo: si può firmare più di una volta?
    L'osservatorio io lo vedrei anche un mezzo per contrastare l'evasione, perché per monitorare le varie attività non si può prescindere dall'analizzarne a fondo la situazione produttiva, quindi i bilanci e i movimenti bancari collegati ad una data azienda.
    Per quanto mi è possibile fare, sono disposto a collaborare per questa iniziativa, faimmi sciri cummenti!
    S'intendeus luegus!

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  9. l'osservatorio servirà per tutto ciò che è un "dato" da analizzare in ambito economico sardo. Starà alle intelligenze saperne cogliere i migliori frutti e saperle applicare nella maniera corretta. Come sai, purtroppo, i sardi non ci hanno ancora consegnato la loro fiducia per governarli, quindi dovremo tenere gli occhi aperti più di prima affinchè ciò che stiamo facendo non vada disperso. Questo possiamo fare, per ora. L'evasione Enrico è un crimine verso la società, ma siamo pure onesti e diciamolo che se prima non vengono determinati certi principi e attuati non possiamo scagliarci ancora una volta sul contribuente. Non è più possibile sostenere un sistema impositivo in ogni sua applicazione e articolazione. Avrei una mia teoria sulla fiscalità in Sardegna, sulle aliquote e sui contributi vari a sostegno, ma se prima non riscuotiamo e sappiamo quanti sono in maniera certa non serve a nulla il resto. Se vuoi dare una mano contatta il Fiocco Verde info@fioccoverde.net e proponi, Ovviamente il principale aiuto che serve è quello di organizzarsi nei propri comuni per la raccolta firme, dove, casomai, è sempre meglio organizzare anche una piccola presentazione della legge con i componenti del comitato.

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  10. PS
    no, è impossibile firmare più di una volta, non sarebbe valido. Le firme vanno autenticate da un consigliere comunale.

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  11. PS2, auspico, per la nostra Sardegna, un sistema fiscale partecipato, in cui si parte dalla presunzione di onestà, non su quello impositivo italiano basato sulla presunzione di colpevolezza. Poi però, se ti becco anche solo una volta ad evadere, paghi tutto insieme, e li scattano tutte i controlli pensabili e immaginabili su di te.

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  12. Sì Giuliu, quella del firmare più di una volta era una battuta. Comunque, mail inviata a Fiocco Verde.

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