venerdì 3 febbraio 2012

L’irrefrenabile caduta del Berlusconismo. Mauro Pili VS. Michela Murgia

V’era un tempo in cui Berlusconi e i suoi scagnozzi potevano permettersi di dire qualsiasi stronzata, fosse questa da megalomani o fosse questa paradossale, che faceva un po’ di rumore della durata di due giorni due e poi tutto si spegneva, cadendo per i più nel dimenticatoio. Per gli altri invece andava a riempire quel sacco di indignazione che era già pieno sin dal discorso “arretti unificate” della discesa in campo o tutt’al più dal “Contratto con gli italiani” dal suddito Vespa. Complici, oltre la disarmante creduloneria dell’italiano e del sardo medio, le armi di distrazione di massa: la tv trash firmata Mediaset ed Endemol, la stampa di proprietà diretta o indiretta del ducetto ex Premier o le telefonate a Putin di fronte agli operai di Portovesme. E allora vai con: ponti sullo stretto, ricostruzioni aquilane lampo, giudici comunisti, stampa comunista, arbitri comunisti, veline troie e comuniste, nipoti di dittatori anch’elle comuniste che, mascalzoncelle, si infilavano nel letto a sua insaputa, non dichiarando nemmeno l’età. E  complice ovviamente l’inesistente o non meglio identificata opposizione che non s’oppone.

Oggi no, oggi non è più così. Oggi qualsiasi cazzata di un qualsiasi figlioccio di Berlusconi non passa inosservata e va dato risalto (forse anche eccessivo) a tutto.  Cioè, la sinistra, o per meglio dire la pseudo-tale sta ancora zitta, mentre a parlare sono i giornalisti, che diciamo che nel corso degli anni hanno acquisito una credibilità maggiore dei politici, soprattutto di quelli di sinistra, complici del berlusconismo. Oppure ci sono degli scrittori che fanno anche i giornalisti e che si occupano di politica.

E’ di questi giorni il botta e risposta del deputato (?) Mauro “copia-incolla” Pili e l’autrice di “Accabadora” Michela Murgia.

Il fatto è questo: la Murgia ha osato definire Pili “statista al pecorino”, perché quest’ultimo se n’è uscito fuori con una stronzata (altro termine non userei) che per incominciare ad uscire dalla crisi serva il finanziamento alla ricerca su Marte, che definisce “un impegno importante per nuove frontiere di crescita e sviluppo". No, cosa ridete? E’ tutto vero. Sì, l’ha detto veramente. Quel Mauro Pili sulcitano è un politico a 360°, mica pizza e fichi. Ama spaziare dall’antico alla tecnologia. Sostiene infatti con forza la costruzione del Gasdotto Galsi e la metanizzazione dell’isola e continua a sostenere le politiche industriali fallimentari del “Piano di rinascita” degli anni ’60. Per chi non lo sapesse, il Galsi è un serpentone metallico che dovrebbe sventrare tutta la Sardegna da Porto Botte ad Olbia, toccando tutte le province sarde ad eccezione dell’Ogliastra. 272 km e tubi di 48 pollici per quanto riguarda il tratto a terra. Peccato che il Pili ometta, nei suoi discorsi, di dire che le riserve di metano sono stimate in 30 anni ancora e che dopo 30 anni tutto fa pensare che la condotta venga dismessa senza nessuna rimozione e conseguente bonifica ambientale. Peccato che Pili, per quanto riguarda l’industria sulcitana, ometta di dire che ALCOA è morta 2 anni fa, con un accordo della stessa multinazionale (di cui parlerò in seguito in un altro articolo) che già aveva deciso di andarsene. Cosa ha fatto lui per la sua Provincia in questi due anni? Ha cercato soluzioni concrete alla vertenza? Ha lottato affinché ALCOA, se proprio doveva andar via, formasse quegli stessi operai per la bonifica e la riqualificazione del territorio, evitando loro la perdita dello stipendio? O ha solo sparato facili frasi demagogiche? Beh, in questo caso difende a spada tratta l’industria pesante, antica già dalla nascita. Un politico a 360° quindi, che spazia dall’antico al tecnologicissimo.

Non alla sinistra, non all’opposizione né al PD ha dato fastidio questa sparata di Pili, ma Michela Murgia che su queste cose ci sguazza alla grande, essendo pungente quanto basta, ha scagliato una piccola pietrolina nel lago di insicurezza e di poca credibilità in cui annaspa il Pili ed ha scatenato uno tsunami.
L’ha definita “provincialissima pseudo scrittrice” e “censore senza titolo e senza arte”, dimenticando che le opere di Michela Murgia si possono trovare anche in Mozambico, probabilmente (ma forse lui i libri li tiene al contrario!). Siccome ancora sentiva di non annaspare troppo in quel lago, la definisce “saccente letterata soriana” . Beh, la prova inconfutabile della sorianità di Michela Murgia è che scriveva per Sardegna24 e che molto spesso tira fuori delle tematiche solo sarde, che quasi supera nella lotta il suo maestro Soru: bene, peccato che Michela si dichiari indipendentista e scriva cose indipendentiste, che proprio da Soru non derivano. O devo pensare che Pili non abbia mai letto nulla di Franciscu Sedda o di Bachisio Bandinu, ad esempio?

Quello  che fa scompisciare però è quando arriva a definirla “intrepida fumettista venuta dal Polo Nord”, scambiandola per il Fauno Banana di Intanto in  Viale Trento (http://www.facebook.com/intantoinvialetrento) che pubblica le sue vignette anche su Sardegna Quotidiano e che intervistai anche io un po’ di tempo fa (http://inlibertade.blogspot.com/2011/06/la-satira-di-intanto-in-viale-trento.html).

Se io fossi amico dell’On. Pili, mi verrebbe da dargli teneramente un po’ di pacche sulla spalla e dirgli “Oh Mauretto, anche questa volta hai detto una stronzata. E lo sai che tuo padrino non c’è più al Governo e che ogni stronzata non passa inosservata. Poi sesi ammigu della stampa isolana che ti pubblica tutto con i titoloni, figurarì se non se ne accorgono, i comunisti puresci!”

Tengo a precisare che sì, la ricerca va finanziata assolutamente perché in ogni campo della ricerca le scoperte possono poi trovare applicazione in altri ambiti. Ma prima di tutto non dovrebbero essere sponsorizzate dalla politica ma dagli stessi scienziati, che dovrebbero occuparsi in prima persona di portare alla luce quelle che sono le loro ricerche e gli obiettivi e cercare di attirare l’attenzione delle istituzioni competenti. In secondo luogo, se proprio devono essere promosse dalla politica, che siano promosse da gente autorevole, seria e competente. Direte voi: “Eh, mica facile”, e vi do assolutamente ragione. Ma che sia promossa da un figlioccio del frottolaio magico di Arcore che la ricerca l'ha ammazzata come poteva no, questo no.

E’ finito il tempo di dire qualsiasi castroneria e passare quasi inosservati, ci stiamo disabituando a queste cose.

 Berlusconi è morto, il berlusconismo sta morendo…ed anche Pili non si sente mica tanto bene.


2 commenti:

  1. Mi ha letto nel pensiero...

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  2. Grilletto Salterino, mi stai dando del lei? Non sono così vecchio come sembro :D

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