giovedì 22 settembre 2011

Tra le poche Nazioni al mondo a non avere debito: come spendere i 10 miliardi che ci deve l'Italia

Bentornati nel mio blog e, permettetemelo, bentornato pure a me che torno a scrivere.
L’estate è finita, il caldo invece comincia ora. In un panorama di crisi mondiale, in cui la stessa Italia rischia il fallimento, la Sardegna è tra le poche nazioni al mondo a non avere debiti.  "Come", direte voi, "la Sardegna fa parte dell’Italia, se affonda l’Italia affonda pure la Sardegna!" Ragionamento più che lecito, non fosse che l’Italia ha un debito nei confronti della Sardegna di circa 10 miliardi di Euro. Sì, avete letto bene, 10 MILIARDI DI EURO. Che sono a rigor di logica soldi che mancano ai nostri servizi in termini di trasporti, istruzione, vigilanza ambientale, potenziamento della rete turistica, promozione del territorio.
Ci fosse una classe politica sarda degna di questo nome chiederebbe indietro questi soldi perché saprebbe già come investirli. Abbiamo invece una classe politica che solo ora che la Sardegna affonda riscopre i diritti che già avevamo come Regione Autonoma a Statuto Speciale, che vorrebbe mostrarsi ora meno italo-centrica, con al primo posto gli interessi della Sardegna e dei sardi, alcune volte anche con lotte populiste di facciata, ma che al primo rimprovero del padrone romano o milanese, pinniccanta sa coa in mesu a is cambasa e torranta a si cucciai (mettono la coda tra le gambe e tornano a cuccia).
Ci fosse una classe politica sarda sarei il primo a pretendere indietro questi soldi, in un panorama come quello attuale. Ma hanno dimostrato anche poco tempo fa di non sapere come spendere i soldi, neanche in termini di promozione del territorio che, lasciatemi dire, in Sardegna sarebbe una delle cose più semplici da fare, è tutto servito su piatto di platino, non d’argento. Invece anche dei fondi europei che erano lì pronti da spendere sono volati via, tornati in Europa e senza ricevuta di ritorno perché non sono stati spesi nel tempo stabilito, come se in Sardegna non ci fosse nulla da fare, fosse tutto a posto, come se ci volesse un genio della politica per capire che quei fondi, se non utilizzati per quello scopo per carenza di idee, si sarebbero dovuti destinare ad altri scopi in un giochino di bilancio che saprebbe fare anche il più stupido dei ragionieri, per non dire anche Tremonti.
Dicevo che si sentono in diritto di reclamare l’autonomia ora che la Sardegna è in fiamme (e non solo metaforicamente parlando), ora che circa 80.000 aziende sono sull’orlo del fallimento, ora che Equitalia sta mietendo vittime  tra la popolazione sarda (anche nel vero senso della parola, 7 suicidi), ora che anche la Keller licenzia e manda in cassintegrazione i propri operai per una commessa ritirata da TrenITALIA da 16 milioni di euro, buttano fuori di casa gli agricoltori che non hanno pagato i debiti donati dalla famosa legge incostituzionale 44/88. Ci buttano nella disperazione per renderci popolo facile. Non mi piace parlare di queste cose, recriminare non fa parte del mio modo di vedere le cose, ma chi no est tirannia custa (se non è questa la tirannia)!

E allora questi 10 miliardi come andrebbero reinvestiti, se li avessimo indietro?

La priorità ora come ora sarebbero le politiche di Welfare, in quanto questa situazione ha buttato sulla soglia della povertà tante, troppe persone. Una politica di sostegno e di sviluppo allo stesso tempo sarebbe l’ideale. Il sostegno alle politiche agropastorali, settori trainanti della nostra isola, sarebbero da attuare prima di subito, per far ripartire tutto il comparto e permettergli di svilupparsi e ammodernarsi, in modo da essere competitivo sui mercati internazionali con un’adeguata promozione (che non è certo il meeting di Comunione e Liberazione cui la Regione ha partecipato con 100.000 Euro di contributo, il massimo donabile).

Il potenziamento della rete stradale, a partire dal tanto agognato completamento della Sassari-Olbia, per poi andare a raddrizzare l’Orientale Sarda per far sì che la costa est sia fruibile da tutti e non solo da quelli con lo stomaco forte. Il completamento dei lavori nella 131, e tutti comprensivi di un soddisfacente arredo stradale e indicazioni turistiche CHIARE.

Potenziamento della già avviata flotta sarda, per andare contro al cartello che quest’anno ha contribuito alla debacle del turismo.


Il potenziamento dell’industria della ricettività tutta, a partire da alberghi per arrivare, potendo, a is tzillerisi (i vecchi baretti dello sport). Anche qui ci hanno messo in condizione di approfittare del turista che viene per spennarlo, in molti casi. Puntare ad un bilanciamento tra qualità e quantità non sarebbe male, ponendo una classifica delle strutture ricettive e magari mettendo un tetto al prezziario. Corsi di aggiornamento sulla cucina, corsi di ospitalità (che noi comunque abbiamo nel sangue, e questo non me lo toglie nessuno dalla testa), corsi di lingue straniere e poi ripeto, in base a tutto questo, classificare le strutture. Nuove strutture in linea con l’ambiente, ecosostenibili e possibilmente alimentate da fonti di energia rinnovabile anch’essa in linea con l’ambiente.

Vigilanza ambientale: fosse per me, metterei un vigile per chilometro quadro di spiaggia, affinché chi non è educato per natura lo diventi per forza con multe salate anche per un solo mozzicone lasciato in spiaggia. La rete antincendio: 2 Canadair non sono sufficienti, è assolutamente dimostrato da quest’anno e dall’estate 2009 soprattutto, ettari su ettari di Sardegna bruciata, anche grazie al fatto che spesso vanno a spegnere fuochi in Italia e qui ne approfittano.

Dell’istruzione ho già parlato in un altro post ( http://inlibertade.blogspot.com/2011/06/mancata-educazione-alla-sardita-come.html).

Sono alcune delle proposte mie e di molti altri indipendentisti. Saremo tutti sprovveduti o c’è qualcosa dietro queste persone classificate come leghiste, populiste, casiniste, demagoghe, violente, centu concas e centu berrittas, pocos locos y malunidos?

Grazie dell’attenzione e a s’intendi luegus (ci sentiamo in seguito).


13 commenti:

  1. Attenzione a confondere debito e deficit, la Sardegna con la vertenza entrate non avrebbe deficit anzi avrebbe un avanzo primario di qualche miliardo, ma ha comunque debito pubblico in ragione di 1.6 x( 1900 / 60) = 50.5 miliardi di euri ... debiti che anche i nostri cittadini sardi hanno sottoscritto (tra bot e cct per esempio). Senza contare anche il debito privato che in Sardegna e' astronomico ... altro che nazione senza debito.

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  2. E questo lo sapevamo tutti, qui non volevo parlare di debito pubblico, che va ammortizzato col tempo, qui si parla di debiti che ha l'Italia nei confronti della Sardegna, risorsa che, se restituita, andrebbe spesa subito per tutte le emergenze.

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  3. Al meeting di Rimini lo Stand della Sardegna è stato uno dei più visitati. Non mi sembra poco per una manifestazione che ha visto in una settimana la partecipazione di 800.000 visitatori, tra cui moltissimi stranieri. In che modo vorresti promuovere adeguatamente la conoscenza delle risorse sarde? I 100.000 euro di finanziamento sono stati recuperati anche con gli interessi. E niente nell'organizzazione è stato lasciato al caso, in modo che anche le più piccole realtà di sviluppo sardo fossero conosciute.

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  4. @Michelangelo: in un processo di indipendenza non è affatto detto che il debito pubblico venga distribuito con la formula che riporti tu, anzi in prima istanza tutto fa presumere che si aprirebbe un contenzioso in cui probabilmente lo stato italiano uscirebbe con le ossa rotte. Poi non capisco il disocrso della sottoscrizione dei bot e cct: chi sottoscrive un titolo di questo tipo diventa creditore vs lo stato e non viceversa.

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  5. @Silvan: http://www.youtube.com/watch?v=FJrZA1BoZVs

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  6. Chicco, hai mai sentito parlare di bufale, tanto per calunniare?
    Ciao:-)
    Silvan

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  7. Quando le bufale sono un bel po' ogni giorno, si comincia a ragionare vedendo cose e altre. Poi si traggono le conclusioni che hai letto anche nel post. E ribadisco che non è uno stand al meeting di un'associazione che dovrebbe essere contro la guerra per antonomasia ed invece ospita Finmeccanica, tra le maggiori produttrici di armi al mondo.

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  8. *il modo ideale di promuovere la Sardegna.

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  9. L’associazione di cui parli non va in giro a predicare la pace sventolando bandiere arcobaleno, ma lo fa in un modo molto più concreto. Poi a quanto ne so le associazioni rilasciano una tessera, dietro pagamento di una quota. Cosa che non succede in CL. Mi dispiace dirtelo, ma sei pieno di pregiudizi su un Movimento che nulla ha di politico, se non divulgare la Parola di Dio. Poi siccome appunto Dio esiste, chi appartiene a quel Movimento, non lo lascia relegato in un tabernacolo, anche questo ben nascosto in un angolo remoto della chiesa, ma lo esterna, in tutto ciò che concerne la sua vita. Quindi anche in politica, senza che nessuno obblighi nessuno a seguire una “linea”, questo te lo posso assicurare. Se poi ti hanno informato diversamente non lo so.
    Scusa questa premessa ma la sentivo doverosa.
    Per quanto riguarda Finmeccanica, è una delle realtà imprenditoriali più solide a livello mondiale che non costruisce solo missili, ma anche elicotteri e aerei civili, e il livello di conoscenza tecnologica ne fa il fiore all’occhiello delle industrie italiane. E come tante altre multinazionali serie è impegnata nel sociale, dove il bisogno di opere di bene è più urgente.
    Se una realtà come Finmeccanica sceglie il meeting di Rimini come “piazza” per mostrarsi al mondo, non vedo perché per la Sardegna dovrebbe essere invece uno spreco di soldi e basta. Oppure sarebbe meglio che la Regione installasse i suoi stand alle feste dell’Unità, per far sapere quanto son buoni il porchetto e l’agnello sardo?

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  10. Bell'articolo e spunti di lavoro interessanti.

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  11. be illudersi che non abbiamo debito è bello. però è una balla... michelangelo ha ragione... studiate economia ragazzi, che la realtà è ben diversa. se no ci illudiamo di avere ragione quando invece conti alla mano non è cosi... e questo è uno dei problemi minori, il problema nuovo è che le nuove generazioni che io chiamo con il termine "truzzolandia" sono praticamente apolidi, non hanno patria ne italiana ne sarda, vivono con l'idea di finire le superiori e andare via. perché non vogliono lottare per nessuno. vogliono lottare solo per loro stessi.

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  12. Per me quei 10 miliardi andrebbero spesi meglio, magari incentivando l'acquisto del fotovoltaico e aumentando le strutture per l'eolico; siamo la regione che paga le bollette Enel più alte nonostante siamo quasi del tutto autosufficenti a livello di energia, però paradossalmente la chiusura di ALCOA etc è data soprattutto da questo problema.. D'accordo per avere più canadair comunque credo che bisogna incentivare le forme di energia pulita innanzitutto.. Poi da là, si può avviare un maggior grado di industrializzazione (= + lavoro)!!!

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  13. Vanno benissimo le spese per le rinnovabili, purché siano partecipate per quote sostanziali dalla Regione stessa, magari tramite la Sfirs, in modo da garantire energia a basso costo ad aziende e privati. Va detto però che se andiamo a guardare in bolletta, le energie rinnovabili già le stiamo pagando di tasca nostra. La chiusura di ALCOA non è di oggi, ma di due anni fa, ne scriverò in seguito su un altro post. ALCOA se n'è andata per andare dove i costi di produzione sono inferiori, ma mica solo per l'energia, ma anche per l'estrazione, per il trasporto, per la manodopera. Con quei 10 miliardi colmeremmo parte del gap infrastrutturale che rende il costo del commercio dei prodotti, finiti e non, così alto rispetto a molti altri posti.

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