Ed esplose come una
bomba in quei giorni ancora stranamente caldi, quasi estivi, la
notizia che i lavori per la costruzione di una centrale a biogas
erano già in corso a Decimoputzu.
Fu la sorpresa più
totale. Nessuno sapeva. Nessun avviso, nessun reclamo, nessuna
notizia. O almeno così sembrò in quei giorni.
E soprattutto nacque
subito nelle menti di tutti una domanda semplice quanto di difficile
risposta: che cos’è una centrale a biogas?
Tenteremo in breve di
far capire a chi ci sta leggendo ora di cosa si tratta.
Per biogas si intende
una miscela di gas (a maggioranza metano dal 50% all’80%) ottenuta
o attraverso la fermentazione spontanea in assenza di ossigeno delle
biomasse o ottenuta attraverso la reazione chimica delle stesse
mediante il calore. Il biogas poi, attraverso macchinari appositi, si
trasforma in energia che viene poi immessa nella rete, quindi sul
mercato.
Le biomasse non sono
altro che gli scarti agricoli, industriali e reflui vari (a
bassissima resa energetica), ma soprattutto prodotti agricoli di
primo piano quali grano, mais e sorgo (ad altissima resa energetica).
Ora i problemi più
importanti si pongono a diversi gradi.
- Etico: degli alimenti primari che potrebbero essere destinati alle persone o agli animali vengono bruciate per produrre energia.
- Ecologico: per alimentare una centrale come quella in costruzione a Decimoputzu di (quasi) un MW, servono mediamente un ettaro di terreno arabile al giorno, terreno tolto alla produzione di derrate alimentari ; i terreni coltivati a mais da biomassa vengono irrorati con dosi massicce di fertilizzanti (prodotti con l’energia del petrolio) e di pesticidi, provocando inquinamento del terreno stesso e delle falde acquifere sottostanti; la fermentazione dei vegetali e liquami provoca l’emissione di cattivi odori (la centrale sorge a soli 2 Km dal paese); esistono dei batteri termo-resistenti derivanti dalla fermentazione che provocano botulismo e tetano. Inoltre, alcuni ricercatori tedeschi affermano che l'epidemia di Escherichia Coli che colpì la Germania nell'estate del 2011 causando 18 morti potrebbe essere stata causata proprio dalla presenza di questo tipo di centrali.
- Economico: produrre un kWh con questo sistema costa 22 centesimi mentre il prezzo dell’energia finita sul mercato è di appena 7 centesimi kWh; il mais utilizzato come biomassa sta seguendo l’andamento sempre crescente del prezzo del petrolio, cosicché gli allevatori si trovano ora in grandissima difficoltà nel comprare un alimento base per i loro allevamenti.
Allora dove sta il
business? Semplice: in un disegno di legge europeo che equipara il
biogas alle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico etc.) e
compensa questa produzione di energia con una tariffa incentivante
onnicomprensiva di 28 centesimi a kWh per 15 anni, ossia quattro
volte maggiore rispetto a quella di mercato.
Ecco svelato d’incanto
l’arcano.
E d’incanto tutta la
popolazione si è ritrovata a far i conti con delle problematiche
impensate e sconosciute sino ad allora. O forse vista la scarsa
partecipazione non è neanche così…
Fondamentale nella
scoperta di questo scempio ambientale è stato Dexipuzzus.it, un blog
locale che per primo ha documentato quanto stava accadendo (11
ottobre); dopo questa segnalazione si è subito formato un comitato
spontaneo, NoBiogas Decimoputzu, che tramite il social network
Facebook ha tentato di informare e sensibilizzare le persone su
questo tema, ma soprattutto si è posto come obbiettivo quello di
coordinare le varie correnti politiche e di pensiero, canalizzandole
verso un unico NO compatto.
Logica conseguenza di
questo movimento, è stato il sit-in organizzato il 15 ottobre
presso i terreni (zona confinate tra Decimoputzu e Villasor, chiamata
Terramaini) in cui i lavori di costruzione della centrale andavano
avanti a pieno regime. In questa riunione hanno partecipato vari
attori, tutti protagonisti principali di una commedia tipicamente
italiana.
Il sindaco Ferruccio
Collu, arrivato dopo infinite telefonate da parte dei presenti,
subito ha tenuto a precisare che il Comune di Decimoputzu nulla
poteva fare contro un'ordinanza della Comunità europea e che lui per
primo era contrario a tutta questa vicenda. In pratica ha sostenuto
con forza la tesi secondo cui i comuni sono scavalcati da questa
normativa, e l’unica cosa che si sarebbe potuta fare era trovare
qualche cavillo burocratico per fermare i lavori. A noi invece
risulta che l’atto era depositato in comune da Gennaio e che ci
sarebbero stati 20 giorni di tempo per ricorrere in appello; si
sarebbe quindi potuto incaricare un esperto, che sicuramente avrebbe
redatto una relazione con parere negativo per l’impatto ambientale
, poi da li con questa relazione si sarebbero potuti bloccare i
lavori. Inoltre informando ed allertando tempestivamente la
popolazione su quanto stava accadendo, si sarebbe subito creato un
fronte unito contro la costruzione della centrale. Invece…
Il sig. Giancarlo
Nocera , rappresentante legale della società milanese costruttrice ,
l’Agrifera , intanto con grande tranquillità snocciolava dati
abbastanza contraddittori per quanto riguarda inquinamento e
occupazione che darebbe tale impianto. In particolare insisteva sul
fatto che c’erano tutte le autorizzazioni necessarie per l’inizio
dei lavori, e sosteneva pure che a differenza di altri comuni, quello
di Decimoputzu non aveva voluto in cambio nulla. Di solito i centri
che subiscono danni da questo tipo di eventi chiedono una rivalsa,
ossia la costruzione di un parco, o di altre strutture utili alla
popolazione. Un po’ come dire: sporco però in cambio vi do
qualcosina in cambio per farvi fessi e contenti. E invece noi
putzesi, storicamente magnanimi con i forestieri, non abbiamo chiesto
manco quello.
Alcuni consiglieri
dell’opposizione, come Luca Marongiu e Luigi Mereu, intanto
chiedevano delucidazioni al sindaco e al signor Nocera: anche per
loro , pur essendo consiglieri dell’opposizione e quindi avvezzi a
frequentare il comune e i relativi consigli comunali, la scoperta
della maxi-costruzione era un'assoluta novità. Un fulmine a ciel
sereno.
Il tutto contornato da
una cinquantina di persone nervose ed impazienti di avere risposte. In pratica, chi sapeva
non ha parlato ed ora se non ci sarà una vera mobilitazione il
destino è segnato.
Primo successo è
stato la richiesta e la conseguente approvazione di un consiglio
comunale straordinario aperto alla popolazione. In attesa di questo
atteso evento, qualche considerazione possiamo farla.
Francamente, un tema
così complesso avrebbe meritato un attenzione ed un informazione
diversa: è mancata trasparenza a più livelli.
Ma quel che è peggio
è la risposta che hanno dato i cittadini. Pensiamo che quanto stia
avvenendo a Decimoputzu non sia altro che un microcosmo, una mini
proiezione di ciò che avviene in tutt’Italia. La mancanza di
partecipazione e collaborazione, l’apatia nell’informarsi e nel
combattere un qualsiasi sopruso, la noncuranza di ciò che ci
circonda, l’arrendevolezza verso fatti che sembrano ineluttabili ma
forse non lo sono: tutte caratteristiche attuali che rappresentano
un regresso culturale, sociale ed economico nella nostra civiltà
moderna. Sembra quasi una popolazione lobotomizzata e allo sbando,
annientata e ormai succube del sistema marcio e corrotto che ci
circonda.
Ma la reazione non può
essere in alcun modo l’accondiscendenza ad un sistema iniquo del
non fare e subire, ma al contrario la soluzione risiede
nell’impegnarsi alla res publica, nell’informarsi sempre e
comunque per esser ancora più consci dei propri doveri e diritti.
In attesa di un
cambiamento rimane la speranza che un vento nuovo, che non sappia di
biogas, spiri anche da queste parti.
Io penso che l'impianto di biogas sarebbe stato utile se fosse stato realizzato da allevatori del luogo per valorizzare i reflui zootecnici o al massimo da una cooperativa di agricoltori per biomasse agricole. Cioè ha senso se l'impianto viene realizzato per ottimizzare la filiera produttiva di un'attività esistente.
RispondiEliminaSe si fa un impianto il cui unico scopo è produrre energia, non stai cercando di migliorare un ecosistema già presente, stai solamente andando a modificarne un'altro senza alcun beneficio per il territorio.
Ripeto io sono d'accordo con gli impianti di produzione di energia elettrica ma solo se migliorano, se danno un gap positivo alla filiera di un'attività produttiva esistente.
Comunque visto che si farà perché ha il benestare della Regione, io penso proprio che l'impianto si farà e pertanto è almeno necessario che il paese o almeno gli agricoltori ne traggano dei vantaggi. Cioè occorrerebbe che si riuscisse a mediare con l'imprenditore Nocera per strappare dei contratti di fornitura che diano un buon tornaconto economico agli agricoltori del paese (ho sentito che vorrebbe dare 200 euro ad ettaro per la fornitura della biomassa.... mi sembra ridicolo). Cioè la biomassa deve essere prodotta unicamente a Decimoputzu, da agricoltori di Decimoputzu e che essa venga ben remunerata. Potrebbe essere un giusto compromesso!!! Su questo bisogna puntare!!!
E infine deve essere ben chiarito dove va a finire il digestato, perché è questo il vero problema della digestione anaerobica per produzione del biogas.
Spero si risolva tutto per il meglio.
Complimenti Enrico per il lavoro informativo svolto.
La conoscenza ci rende migliori.
Saluti
Mauro Corona